I kaiju sono il deus ex machina narrativo perfetto. Riflettiamoci bene : avere creature giganti che, quando serve, radono al suolo le metropoli in modo quasi maniacale è un plot twist eccezionale. Quando ci si trova davanti alla forza maggiore è semplice ragionare per estremi. Roland Emmerich ci ha costruito una carriera con i disaster movie e, dall’altra parte dell’oceano la Toho e le altre compagnie cinematografiche portano ancora sugli scudi la Balena Gorilla pensandola come metafora della furia miope dell’uomo. Godzilla, occidentalizzato, nasce come riflesso condizionato dalla bomba atomica, ma diventa ben presto una metafora ecologista della scelleratezza umana. Cosa per nulla sorprendente, i suoi film piacevano più ai ragazzini che agli adulti. ‘mi piace lo stile con cui abbatte i palazzi’ diceva Legs Weaver già trent’anni fa nel suo retrofuturo.
Del resto, a chi non piacerebbe un lucertolone che abbatte tutto quello che si trova sul suo cammino?
È piaciuto tanto anche agli americani che riprovano da sempre a replicarne il successo. Il miglior tentativo rimane Cloverfield di Matt Reeves. Ma in tempi più recenti il Monster Universe sta riproponendo le avventure della Monarch in chiave occidentale in una maniera tutt’altro che malvagia. Intuendo il trend, la IDW, dotata di una esperienza eccezionale nello scrivere personaggi su licenza, ha iniziato a pubblicare nuove storie con protagonista il re dei Kaiju.
Proprio quando stiamo per capire se il quarto film della serie, Godzilla vs Kong, arriverà in una ipotetica sala cinematografica o sarà trasmesso in streaming, Saldapress riporta il lucertolone anche in territorio nostrano. L’idea di una testata contenitore per le varie miniserie è un buon progetto. Il personaggio nutre parecchie simpatie anche dalle nostre parti e la natura antologica permette di godere di una rappresentazione variegata del mondo dei kaiju. Da questo punto di vista è interessante notare come la IDW stia facendo circa lo stesso lavoro che la Dark Horse faceva negli anni ’90 per personaggi su licenza come Alien o Predator. Quello che troviamo davanti sono storie che mirano a tradurre sulla pagina a fumetti la grandeur dei blockbuster. Non aspettatevi troppa introspezione, sembra quasi ovvio, ma state pronti a godervi della sana avventura al fulmicotone.
I primi tre numeri hanno stampato Giganti e Gangsters miniserie del 2011 con le matite di Alberto Ponticelli. Alberto è un cartoonist molto attivo sia in Italia che negli USA e con questa storia si diletta a raccontare per immagini cosa succede quando un poliziotto in cerca di redenzione prende il controllo di Mothra e, dalla fantomatica isola dei mostri, porta tutti i Kaiju nella baia di Tokyo.
A partire dal numero 3 inizia invece Cataclisma, del 2014, di Cullen Bunn e David Watcher e si cambia registro in maniera perentoria. Qui, il peggio è già accaduto. La devastazione è arrivata e l’umanità cerca di sopravvivere nella città rasa al suolo dai Kaiju. Il problema è che la natura trova sempre il suo corso e dopo qualche anno di adattamento, tra le macerie cominciano a svilupparsi nuove razze di predatori. La cosa che mi colpisce è che in entrambi i casi, si è cercato di mantenere il character design il più conforme possibile alla resa Toho, trascurando le incarnazioni più moderne, da Lengenday al Gojira più elastico reso di Hideaki Anno in Shin Godzilla.
Mio parere? Il format dell’avventura regge bene, ma in questo momento avrei osato di più e avrei provato direttamente la carta del bonellide stile Walking Dead che sta conquistando sempre nuovi spazi nelle edicole nostrane.