Jordi Lafebre è un illustratore sopraffino. Ogni volta è capace di identificare con il suo tratto le anatomie del cuore e dell’anima. I suoi personaggi hanno una cifra stilistica ben definita, c’è un retrogusto disneyano, quasi cartonesco, ma la profondità dei segni permette di spingersi in territori inesplorati dove una nostalgia non ben definita regna sovrana. Già un paio di anni fa, alle matite di un’estate fa era stato capace di sommuovere l’anima con una resa nostalgica e toccante dei suoi personaggi.
Qui, dove si occupa della sceneggiatura oltre che dei disegni, riesce ad architettare una struttura narrativa che, se all’apparenza complessa, in realtà si snocciola con incredibile delicatezza nel momento in cui ci abbandoniamo a quella che è una delicatissima storia d’amore tra i due protagonisti Ana e Zeno.
Non aspettatevi una storia d’amore tradizionale, con uno svolgimento lineare del tempo e dei sentimenti. Lafebre svolge un lavoro di incastri del tutto non convenzionale basata sul tempo a ritroso.
Ana e Zeno si incontrano, non più giovani per quello che ha tutta l’aria di assomigliare ad un appuntamento galante. Stanno prendendo congedo da molti impegni, la libreria di famiglia per lui, il ruolo di sindaco del paese in cui sono ambientati i fatti per lei. Sono quaranta anni che le loro vite si intrecciano, senza che si siano mai scambiati più nemmeno un bacio. Zeno, perché è troppo libero per avere radici, Ana perché quelle radici la rendono quello è, inclusa, una madre ed una moglie. La loro storia è delicata, affettuosa, a volte passionaria. Ma noi la scopriamo con un flusso temporale alterato.
Zeno, che alla fine della storia festeggia il suo dottorato in fisica, ha studiato una teoria del tempo e dell’entropia davvero particolare. Se dovesse verificarsi un evento particolare, quasi unico, il tempo si organizzerebbe attorno a quello. E subito dopo sarebbe capace di scorrere anche a ritroso.
Così dopo l’appuntamento del primo capitolo, che è quindi il ventesimo, percorriamo la storia di questi due individui, saldi nella loro essenza, eppure in orbita uno attorno all’altra.
Scopriamo i fatti della loro vita, le trasformazioni che la città ha vissuto attraverso le loro azioni e le loro assenze. Ci rendiamo conto che piccoli elementi segnanti possono definire la nostra esistenza senza quasi rendercene conto. Alla loro stessa maniera, anche se non si parlano per anni, anche se non spediscono le lettere che si scrivono, Zeno e Ana, vivono la loro vita assieme, come due amanti pazienti.
Scoprire le ragioni degli accadimenti, dei piccoli dettagli leggendole nei capitoli organizzati alla rovescia aggiunge un tocco di virtuosismo narrativo, ma in realtà nasconde un principio filosofico intimo. Tutti noi siamo composti da dettagli che gli altri possono scoprire nel nostro passato, solo se glielo permettiamo.
Potrei rivelarvi mille cose di questa storia, guastandovela. O potrei limitarmi a suggerire che Jordi è un esperto conoscitore dell’animo umano e che quello che riesce a rendere possibile con queste tavole, è un’indagine delicata sul cuore che ci batte in petto e le sue complessissime leggi fisiche. La leggerezza con cui anche gli elementi più duri vengono affrontati è propria di una mente libera, capace di capire che a volte un solo attimo, in quaranta anni, può dare un senso a tutto.
Guardate le tavole di Jordi, cariche di dettagli, minuziose, tipiche della linea chiara. Ci sarebbero mille aspetti da studiare ed apprezzare. Ma voi soffermatevi soltanto un attimo sulle iridi dei protagonisti. I loro sguardi, quei momenti deliziosi in cui si studiano e si apprezzano. C’è tutta una vita che ci scorre dentro. E di sicuro molto di più di un semplice tratto di matita.