Credo sia inutile nascondere che in Italia il pubblico conosce, quasi esclusivamente, le Tartarughe Ninja per le loro trasposizioni su piccolo e grande schermo, ignorando spesso il fatto che queste derivino da una serie di fumetti ideata da Kevin Eastman e Peter Laird nell’ormai lontano 1984. La serie animata del 1987, arrivata in Italia due anni dopo, ha contribuito enormemente al successo delle quattro tartarughe, nonostante sia completamente diversa dall’opera originale, ritenuta troppo violenta e cruda per un pubblico giovane. Oggi però parleremo della versione cartacea delle Tartarughe Ninja.
La storia editoriale delle TMNT è particolare, i loro due creatori non erano assolutamente fumettisti affermati e l’idea non risultava molto accattivante per le maggiori case editrici americane. Per essere sinceri anche i due co-creatori non erano proprio convinti della buona riuscita della loro idea, le Tartarughe Ninja nascono quasi per scherzo dalla realizzazione di scarabocchi fatti per passare il tempo e da una passione comune ai due disegnatori: Frank Miller. Sono tantissime le references, come dicono quelli bravi, all’autore de Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro, a partire proprio dall’ambientazione generale, che strizza l’occhio al Daredevil di Miller, dato che la storia è ambientata a New York, ma ha dei chiari riferimenti alla cultura giapponese, proprio come nella già citata opera sul diavolo di Hell’s Kitchen. Tornando alla storia editoriale i due autori si sono visti sbattere in faccia molte porte, finché non hanno deciso di produrre la serie in totale autonomia, fondando così la casa editrice ‘’Mirage’’. Il primo numero della serie fu stampato da una piccola tipografia, 3000 copie distribuite a partire dal 5 maggio 1984. I due autori non potevano immaginarsi il successo mondiale che sarebbero state quelle quattro tartarughe antropomorfe.
Le Tartarughe Ninja stampate su carta sono sicuramente più adulte di quelle che ci ricordiamo in tv, hanno dei lineamenti meno dolci, con espressioni spesso accigliate e gli occhi completamente bianchi, privi di pupilla. I quattro protagonisti hanno caratteri ben differenti fra loro, i primi numeri si concentrano soprattutto sulla figura di Raffaello, il più scontroso dei quattro fratelli, quello subito pronto alla rissa, esagerando spesso, come nella storia che lo vede protagonista. Anche i temi trattati sono molto più maturi, si abbandonano tutte le scene comiche per lasciare spazio a temi molto di attualità negli anni 80, discussi anche da Miller nelle sue opere, come la violenza e la giustizia personale.
In queste prime storie vengono presentati molti dei personaggi che affollano lo strano mondo delle TMNT, a partire dal maestro Splinter, topo antropomorfo grande conoscitore di arti marziali, reso più grande e più intelligente dalla stessa sostanza chimica che ha modificato le tartarughe. Poi abbiamo Shredder, assassino a capo del clan il ‘’Piede’’, l’uomo che ha ucciso il padrone di Splinter e contro il quale il maestro-topo ha giurato vendetta. Durante le loro avventure le Tartarughe incontrano anche amici e compagni di viaggio come l’antieroe Casey Joney, oppure la giovane April O’Neil che li ospiterà nella propria casa. La trama di questi primi numeri è molto semplice: Le Tartarughe Ninja vogliono compiere la vendetta tanto attesa contro Shredder, ma non solo, infatti si troveranno costrette anche a salvare la città da un ingegnere pazzo che cerca di distruggere New York dalle proprie fondamenta. In fine partiranno per una missione di recupero di uno dei personaggi principali della storia. Come potete notare la trama risulta molto lineare, ma senza apparire per forza banale e scontata.
I problemi che abbiamo riscontrato in precedenza, secondo me si fanno sentire dal punto di vista grafico, nonostante sia risaputo che entrambi gli autori abbiano disegnato l’opera, scambiandosi continuamente di ruolo, soprattutto nelle prime storie alcuni disegni sono poco curati e i dettagli mancano o sono incompleti. Ciò potrebbe essere dettato anche dall’insicurezza verso il futuro del progetto stesso, come già detto gli autori in primis non credevano troppo alla realizzazione dell’opera, perciò, è facile immaginare che non abbiano riversato il cento per cento dell’impegno e della cura nei dettagli. Questo fattore è evidenziato verso il terzo e quarto volume, dove i due autori avevano una tranquillità sicuramente maggiore, gli sfondi sono più curati e i dettagli sono degni del nome che le TMNT si stavano costruendo in quel periodo.
Parliamoci chiaramente, Teenage Mutant Ninja Turtles, soprattutto in questi primi numeri, non è un fumetto perfetto. Può risultare invecchiato un po’ maluccio, tutte quelle citazioni al mondo giapponese oggi sembrano datate e non più così al passo con i tempi, ma bisogna ricordarsi che in quel periodo il mondo orientale stava entrando di prepotenza nella pop culture mondiale, basti pensare alla grandissima quantità di manga sfornati in quel periodo e col tempo diventati iconici, ma anche al temine stesso di Otaku, che nasce in quegli anni in Giappone e indica, sintetizzando molto, gli appassionati, spesso in modo ossessivo, del mondo degli anime e manga. Anche in Italia venivano mandati in onda quei cartoni animati provenienti dal paese del Sol Levante che avrebbero segnato intere generazioni di bambini, come Lamù, Lady Oscar oppure Ken il Guerriero. Di problemi dal punto di vista grafico abbiamo già parlato e anche i dialoghi risultano alcune volte descrittivi e forzati. Però TMNT
ha anche il merito di essere riuscito a cavalcare perfettamente il suo tempo, proprio per i motivi spiegati sopra, diventando immediatamente un must have fra i giovani lettori americani e se ci pensiamo bene ormai sono 37 anni che questo franchise viene portato avanti, riuscendo sempre a rinnovarsi, nel bene e nel male. Come lo scorso ottobre quando è uscito Teenage Mutant Ninja Turtles: The Last Ronin, fumetto nel quale, dopo venticinque anni, vediamo tornare a collaborare i due autori originali delle tartarughe, simbolo della richiesta da parte del pubblico di nuove storie. Le Tartarughe Ninja sono senza dubbio una tappa fondamentale per chiunque voglia analizzare a fondo il mondo del fumetto americano moderno.
Nicolò