Ti sento è il primo romanzo di Valentina Torchia, pubblicato dalla casa editrice DeAgostini.
Edoardo Merconi è un ragazzo di diciassette anni con una rara malattia: l’insensibilità congenita al dolore, ossia è del tutto incapace di percepire stimoli fisici esterni, siano essi piacevoli o dolorosi.
Solitamente chi ne è affetto, non essendo in grado di percepire il pericolo, ha una vita breve, perché va facilmente incontro ad incidenti mortali.
Tuttavia Edoardo non vive la sua condizione come un problema, bensì come una specie di “superpotere”, un’abilità speciale che lo contraddistingue, e che con il tempo sembra averlo reso immune persino ai sentimenti.
Tutto cambia quando una sua compagna di classe di nome Aurora, arrabbiata con lui perché ha lasciato senza alcuna spiegazione la sua migliore amica e l’ha fatta soffrire, gli tira un pugno: per la prima volta nella vita, sente il dolore di quel colpo.
Chi è quella ragazza, di cui a malapena ricorda il nome, che è riuscita a fargli sentire qualcosa?
“Un viso squadrato e regolare.
Fossette agli angoli della bocca.
Un ciuffo ribelle, di uno che si è appena alzato dal letto, sfugge all’elastico che mi raccoglie i capelli.
Sexy. Decisamente.
Non mi stupisco che le ragazze mi trovino interessante.
E poi, c’è questa cosa del non provare dolore.
Ai loro occhi, devo sembrare invincibile.
Una specie di eroe.
Mi spruzzo un pò di dopobarba, continuando a osservare il mio riflesso bello specchio.
Questo sono io: Edoardo Merconi.
Il ragazzo indistruttibile.
[…]
Poi è arrivata lei.”
Potrebbe fingere di non aver provato nulla, restare nel suo bozzolo come se non fosse successo niente.
Oppure, con l’aiuto di quella ragazza, per la prima volta nella sua vita, affrontare nuove ed ignote esperienze, per scoprire qualcosa in più di sé stesso e della vita.
L’autrice usa un linguaggio giovanile, ricco di termini stranieri e slang, riuscendo a dare voce ai personaggi proprio come se fossero due adolescenti contemporanei. Vengono citati cantanti famosi e apprezzati dal pubblico giovane come Achille Lauro, è menzionata l’importanza dei social e i lettori si ritroveranno facilmente nelle abitudini e nei modi di pensare dei protagonisti.
Inoltre i capitoli brevi rendono la lettura particolarmente incalzante.
Edoardo, da personaggio apparentemente negativo, affronta un’evoluzione: quando ha la possibilità di sperimentare il dolore non si tira indietro e rinuncia allo scudo che, come l’armatura del personaggio di un videogioco, lo aveva sempre protetto e difeso da ogni possibile colpo.
Avvicinarsi ad Aurora rappresenta una scoperta ma anche un pericolo, perché “toccare l’altro” e ‘lasciarsi toccare” comporta il rischio di essere feriti, non solo esteriormente ma anche in profondità, nell’anima, dove si guarisce con estrema difficoltà.
Edoardo accetta l’eventualità, apprezzando ogni nuovo brivido e ogni sensazione. Solo sperimentando la sofferenza è possibile godere il piacere delle piccole e grandi cose.
Grazie a lei, si libera dalla gabbia della malattia, e inizia a vivere un’esistenza intensa in cui si apre anche alla sofferenza altrui. Percorre il mondo e lascia che esso lo attraversi.
“Inizio a pensare che non sia una cosa negativa, cominciare a sentire qualcosa. È un po’ come se il vetro trasparente che c’era tra me e il mondo, e di cui non mi ero mai accorto, ora venisse mandato in frantumi.”
Imposta per la prima volta il rapporto con una ragazza come un “dare e ricevere”, sfruttando ogni risorsa a sua disposizione per renderla felice e ripagarla del suo aiuto.
Esce dal suo piccolo spazio rassicurante permettendole di guidarlo verso una realtà di emozioni e sensazioni mai sperimentate.
Aurora si presenta inizialmente come il personaggio positivo: furiosa per il comportamento di Edoardo nei confronti dell’amica Susanna, lasciata all’improvviso e senza alcuna spiegazione, non esista a vendicare l’ingiustizia.
Quando il ragazzo esprime il desiderio di trascorrere più tempo con lei per capire come mai, al suo fianco, provi delle sensazioni, non esita a coinvolgerlo nelle avventure più disparate.
La sua follia , nella vita controllata di Edoardo, è come una ventata frizzante di novità.
Aurora fugge ad ogni definizione: è riservata ma non timida, e dietro la sua apparente calma nasconde una rabbia cieca che sfoga soprattutto contro se stessa, senza riuscire a perdonarsi insuccessi e fallimenti, che minano lentamente la fiducia in sé stessa.
Entrambi vivono con i genitori un rapporto conflittuale: lui esasperato dall’oppressione del padre ossessionato dal timore che possa ferirsi, lei dilaniata dalla perenne disapprovazione della madre che ritiene la sua carriera di artista fallita in partenza e la spinge con insistenza verso un futuro più concreto.
Edoardo reagisce alle difficoltà familiari facendo tutto ciò che i suoi genitori non approverebbero. Aurora invece, nonostante qualche blando tentativo di ribellione, non riesce mai ad opporsi alla personalità autoritaria della madre che non ne comprende il talento, lasciandosi sopraffare e distruggere.
I due protagonisti che alternativamente narrano la storia, sono poli opposti che si attraggono e si respingono in ugual misura, e cercano reciprocamente di guarirsi.
Si presentano dunque al lettore in estrema opposizione: una ragazza che trova conforto nel dolore e un ragazzo che non riesce a provarlo.
Anche se Edoardo prende a cuore Aurora e si sforza di comprenderla, non fa l’unica cosa che potrebbe veramente aiutarla, cioè spingerla a parlare con la madre per far valere le proprie ragioni.
La copertina del libro, un ragazzo sott’acqua con gli occhi chiusi e una ragazza all’asciutto che sfiora la superficie, è particolarmente significativa: sono vicini ma non riescono a sfiorarsi.
“Ti sento” è il titolo del romanzo, ma anche l’estrema sintesi del legame fra Edoardo e Aurora. Ciascuno “sente l’altro”, e “sente” il mondo anche “attraverso” le percezioni dell’altro.
Ma sarà sufficiente affinché riescano a toccarsi davvero?
Questo articolo è stato scritto da Chiara Capuano, collaboratrice esterna
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