Il demone di Dio è un romanzo fantasy/horror dello scrittore e illustratore americano Wayne Barlowe, pubblicato in Italia da Newton Compton nel 2008.
Trovato dopo lunga ricerca, conferma le buone recensioni raccolte prima della lettura. Sin dalle prime pagine si ha l’impressione netta di essere stati catapultati in un quadro di Hieronymus Bosch o in un poema di Milton illustrato da Gustave Dorè, un affresco composito dove predominano i colori scuri, delle rocce e delle pianure desolate, ma dove c’è spazio anche per il rosso, della lava e del fuoco. O del sangue, se si preferisce. Il racconto è lento ma avvincente, con alternanza di azione, descrizione e introspezione psicologica, calate in ambientazioni da brivido: palazzi altissimi e claustrofobici costruiti con mattoni di anime dannate, lande buie maleodoranti di zolfo e popolate da primordiali esseri deformi, glifi magici, demoni composti da migliaia di mosche, terribili legioni che si scontrano in battaglie come quelle che Annibale Barca conduceva contro gli odiati Romani.
Attraverso la voce narrante del fedele Eligor scopriamo la storia dell’angelo caduto Sargatanas, che millenni prima assieme ai suoi sodali si era ribellato a Dio ed era stato punito con la caduta in un mondo oscuro abitato dai “primordiali” nel quale lui e i suoi, trasformati in demoni, vennero destinati alla punizione delle anime dei peccatori umani. Sprofondato nell’abisso ed orribilmente trasfigurato, il povero diavolo si trova così a doversi barcamenare tra l’amministrazione dei castighi ai dannati, il governo della città infernale di Adamantinarx e la diplomazia delle gerarchie diaboliche, contrapposto al demone Belzebù signore delle mosche. Il nostro conserva però nel cuore l’aspirazione al ritorno in Paradiso e l’amore per Lilith, misteriosa ed affascinante creatura dell’Oltretomba, ed in forza di questi sentimenti muoverà la sua guerra di liberazione e di redenzione, tirandosi dietro pure qualche intraprendente dannato nella battaglia contro i demoni rivali…
È una storia che prende, al netto dei difetti di una narrazione a volte pesante e barocca, riuscendo a trasmettere emozione e senso del riscatto e rappresentando efficacemente la possibilità concreta di combattere per una speranza anche per chi è condannato all’Inferno, che sia demone punitore o anima perduta. L’impianto immaginativo ed iconografico, come detto, è di prim’ordine, e in certi passaggi davvero sembra di essere all’interno in un dipinto gotico, del resto l’autore Wayne Barlowe è un famoso illustratore del fantastico. Non mancano incantesimi, richiami esoterici e un pizzico di splatter. Sicuramente non siamo davanti ad un capolavoro, però è un libro che funziona alla grande presso un certo tipo di pubblico. Per usare un’espressione presa in prestito dal cinema, possiamo dire che “Il demone di Dio” è un ottimo B-movie, con una colonna sonora a forti tinte metal: attori semisconosciuti, scarso budget, nessuna candidatura al premio Oscar o menzione alle mostre internazionali, ma il ritmo è quello giusto!
Consigliato ai cultori di Dante e di Milton, ai lettori di Lovecraft, agli studiosi dell’occultista inglese John Dee, agli amanti di Gustave Dorè e della pittura fiamminga. Dovrete però farvi emuli del cercatore di libri Lucas Corso de “Il club Dumas” se volete mettere le mani su questo testo, da anni ormai fuori catalogo e reperibile solo presso collezionisti o su mercatini reali e virtuali. Buona caccia.
Fulvio