Forse risulterò scontato, forse potrà sembrare una frase da santone o da motivatore di seconda classe, ma il nostro più grande nemico, spesso, siamo noi stessi. Sicuramente chi non risulta banale nell’affrontare questo tema è Darwyn Cooke. L’autore canadese, che ahimè ci ha lasciato troppo presto e che ci dimostra la reale difficoltà nell’avvicendarsi con un avversario che conosce tutti i nostri punti deboli, che sa benissimo quale sia la nostra kryptonite. Batman Ego è una storia atipica, dove il Crociato Incappucciato non è sulle tracce di uno dei classici villain di Gotham e neanche è coinvolto in un mega-evento con gli altri membri della Justice League. In realtà la follia che inonda Gotham è sempre presente, ma questa volta fa da contorno per una storia che parla di Bruce Wayne.
La scena si apre con uno dei classici inseguimenti per le strade della città più oscura di tutta l’America, ma questa volta il tipico criminale ‘’usa e getta’’ delle storie del pipistrello fa qualcosa di diverso, mostra a Batman la pazzia, che la sua lotta contro la criminalità di Gotham, ha generato e si toglie la vita davanti ai suoi occhi. Queste parole e queste azioni sconvolgeranno la mente del milionario di Gotham, a tal punto da fargli immaginare una versione alternativa di Batman, una versione mostruosa, che lo metterà davanti a delle scelte, ma soprattutto lo metterà davanti alla realtà. Con un viaggio attraverso l’infanzia di Bruce che cita apertamente Charles Dickens e il suo A Christmas Carol, vengono ripercorsi i momenti fondamentali per la formazione del giovane eroe e ci viene fatto capire che l’altra parte di Bruce, Batman, è nato molto prima di quanto si possa pensare. Il resto della storia ci racconta di questo viaggio all’interno della sua psiche, usando come sfondo Gotham e i suoi pazzi abitanti.
In realtà, proprio come i nemici, anche la trama stessa passa in secondo piano, è solamente il mezzo con cui Darwyn Cooke ci parla della lotta interiore che prima o poi ognuno di noi deve fare. Attraverso l’immaginazione (o forse la realtà) riviviamo i momenti fondamentali per la vita dell’eroe di Gotham, affrontiamo i dibattiti che invadono la mente di Bruce fin dai suoi primi anni come paladino della giustizia e ci lasciamo trasportare nella testa di un uomo con responsabilità troppo grandi, forse anche per lui. Con questa storia sfioriamo i primi contatti di un giovane Bruce con la morte, col dolore provocato da essa e con la difficoltà che si genera, senza però mai perdere la luce, la speranza di poter migliorare le cose.
L’eterno dubbio che ha sempre invaso la mente di Bruce Wayne viene ripresentato anche in questa opera. Il Batman demoniaco cerca di far capire a Bruce che l’antico ideale di non voler uccidere i criminali non ha senso di esistere, che è solamente una presa di posizione inutile e che anzi, spesso ha complicato le cose, quando un semplice colpo di pistola avrebbe reso tutto più facile e veloce. Ma cosa sarebbe un eroe senza ideali, senza dogmi in cui credere. Batman è un simbolo di speranza, speranza per i cittadini onesti che come lui non vogliono essere sottomessi alla follia che pervade le strade di Gotham.
Lo stile grafico, molto particolare, rende alla perfezione per questo tipo di opera. Non abbiamo bisogno di un Batman nerboruto, che ci dia l’idea di onnipotenza, ma di un uomo con i tratti ben definiti e il volto incavato, come se servisse a dimostrare il peso e gli effetti di anni alla lotta al crimine. Le tavole divise quasi sempre in griglie danno perfettamente l’idea dei continui pensieri e ricordi che scorrono, apparentemente, senza un senso nella testa di Bruce, ma che in fondo sono collegati da una sorta di fil rouge. L’uso dei colori è perfetto, ad ogni sensazione e tipo di ricordo sono associati un colore e una tonalità diversa, con uno schema ben preciso, basti pensare al verde largamente usato per i ricordi riguardanti la genesi del Joker, oppure il grigio e le varie tonalità di blu durante la chiacchierata in macchina col padre.
Come già detto all’inizio tutti questi concetti forse possono sembrare un po’ banali e scontati, ma la bravura di Cooke sta proprio nel rinnovare temi che si ripetono da circa ottant’anni. Con una sensibilità incredibile l’autore ci dà la mano e ci accompagna in un viaggio, atipico, all’interno dell’animo di un personaggio amato e criticato da sempre. Per tutti gli amanti del Crociato Incappucciato questa storia è di fondamentale importanza, non tanto per la continuity o per chissà quali incredibili storie d’azione, risulta fondamentale per avere un’altra visuale sull’eroe di Gotham.
Nicolò