È un periodo interessante per le pubblicazioni americane indipendenti. Nuove realtà sempre più promettenti compaiono e, al di là della blasonatissima Berger Books, comunque affiliata alla Dark Horse, non si può non menzionare TKO e AWA Upshot.
Quest’ultima, portata in Italia grazie ad Astra, l’etichetta delle serie americane Star Comics, mostra di saper spaziare nel genere pulp con una facilità ed un gusto particolarissimi. Se qualche settimana fa eravamo rimasti colpiti dalla pandemia zombie globale di Year Zero, questa settimana arriva Red Border ed è una storia che non sarebbe spiaciuta a Garth Ennis e Steve Dillon.
Perché malgrado parta entro i confini messicani la vicenda si dipana all’interno dello stato della stella solitaria, il glorioso Texas, di cui viene rappresentata una famiglia di patrioti parecchio sui generis.
Jason Starr, che ha lavorato con il punitore, ci porta a casa di una giovane coppia che ha testimoniato contro un cartello locale. Anziché festeggiare la scomparsa della classica omertà, la coppia riceve a casa la visita di due killer che crivellano di colpi tutti i loro amici. E crivellerebbero di colpi anche loro se non fossero capaci di reagire e di organizzarsi, come tanti altri messicani, per un viaggio oltre il confine.
La storia ha pesantissimi risvolti weird per cui il sentore di quello che sta per accadere tende a far affievolire la paranoia di muoversi alla cieca nel deserto per trovare un posto senza troppo filo spinato da attraversare. Ma considerando che questa storia è stata scritta in pieno Trumpismo, un brivido lungo la schiena arriva.
Quando sono sul punto di attraversare vengono accolti da un altro clandestino e poi inseguiti da una nuova pattuglia del cartello. Che viene però eliminata da un misterioso texano e dal suo fucile di precisione silenziato. Il buon samaritano li porterà nel suo ranch chiedendogli di restare nascosti, solo che, ben presto, si renderanno conto, che il loro incubo è appena cominciato.
Dal pulp più spinto la virata d’obbligo è vero l’horror da film trasher. Molte delle cose che succederanno nella seconda parte del volume sono intuibile dal livello di tensione che sale e dai giochi di sguardi tra gli abitanti del ranch. Ma quando si verifica il peggio, la sensazione claustrofobica di essere finiti in un incubo è tangibile.
Will Conrad, illustratore sapiente, gestisce il tutto con un tratto realistico che non vira mai verso l’esagerazione spinta. Il registro è già spinto al limite quindi non c’è necessità di aumentare il rumore di fondo. Tra l’altro è interessante in modo in cui in Upshot viene valutato il color script. In una storia che si intitola Red Border, le tinte sono sempre quelle del crepuscolo o delle lampade ad olio che illuminano ambienti angusti. Lo spettro del rosso viene visitato completamente distribuendo una sensazione anche visivamente coinvolgente della angoscia che attanaglia i due protagonisti.
La sceneggiatura potrebbe essere pronta per una pellicola da HBO Max ma c’è una carta che viene giocata sotto traccia, e che pure funziona alla perfezione. La ragazza , si lamenta sempre degli atteggiamenti machisti del suo compagno, del fatto, che come un messicano di vecchia generazione, non la lascia mai parlare. Eppure, tutte le volte che lo zittisce, che ignora i suoi avvertimenti e che fanno come dice lei, finiscono in un mare di guai colossali.
Anche in questo, l’omaggio ad un certo tipo di storie, non mi sembra casuale.
Infine un applauso al formato, identico a quello dei vecchi comics ani ’80, accompagnato da uno edizione cartonata raffinata che pur mantenendo un’identità forte e chiara, sottolinea anche la forma collana e l’idea che questa, potrebbe benissimo essere solo l’inizio di una serie di volumi AWA/Astra