Year Zero è un titolo portato in Italia da Astra (Star Comics) che ha più di uno spunto interessante. Ne abbiamo parlato assieme agli autori per approfondire qualche dettaglio e fare qualche piacevole sorpresa.
Benjamin Percy
Nel primo arco narrativo decidi di raccontare la storia da cinque punti di vista differenti. Come hai strutturato il plot
La forma è un riflesso della storia. Il mondo è fratturato e così il design di Year Zero. La sensazione generale è quella di un mosaico dove le parti rotte tornano assieme per rendere un’interezza terrificante e piena di significati.
Gli zombie sono per definizione i mostri del XXI secolo e l’attuale situazione pandemica probabilmente ha incrementato questa curiosità. Cosa cattura di più il tuo interesse in una storia di zombie ?
Sono uno storico fan della serie di Romero dedicata ai Morti Viventi e a The Walking Dead di Robert Kirkman. Forse storie come queste – storie di contagio, storie di collasso della società, per me hanno risonanza perché la fine del mondo non è mai sembrata così probabile. Volevo fare qualcosa di nuovo con il genere. Molte storie di zombie si concentrano sul microscopio, un gruppo di sopravvissuti si riunisce in un capanno, un centro commerciale, una prigione. Volevo concentrarmi sul macro, a come questo avrebbe impattato su una scala globale.
Nella tua storia, hai selezionato cinque archetipi che erano probabilmente era designati sopravvissuti anche prima dell’invasione zombie. Cosa ha portato a questa selezione?
Noi seguiamo un ricercatore al Polo, uno scugnizzo messicano, un killer yakuza, un traduttore afgano e un survivalista suburbano. Le loro storie sono legate assieme dal tema della fede.
Nel futuro, questi personaggi torneranno?
stay tuned.
Alla fine di ogni capitolo, ci sono dei riferimenti alla piaga degli zombi attraverso la storia dell’umanità. Come sei arrivato all’idea che gli zombi fossero sempre stati parte della vita umana ?
Gli artefatti storici alla fine di ogni episodio sono tra le cose che preferisco scrivere. Sono dei commentari alla natura ciclica della Storia, ma considera anche che la piaga tende a fare la sua comparsa ogni cento anni circa. Che cosa succederebbe se il contagio fosse sempre stato presente pronto a colpire?
Se tu avessi la possibilità di scrivere una storia un personaggio qualsiasi della produzione mondiale del fumetto, chi sceglieresti?
Wolverine è sempre stato il mio personaggio preferito e sono dannatamente fortunato a scriverlo proprio in questo momento. Mi piacerebbe molto anche scrivere Batman.
Quale è la tua lettura più recente ?
Ho appena finito di leggere le Prime quindici vite di Harry August, un romanzo di Claire North, che mi ha davvero colpito! Così intelligente e divertente, e scritto in maniera meravigliosa.
Puoi dirci qualcosa sul tuo prossimo progetto ?
Il 1 Giugno è uscito un romanzo intitolato The Ninth Metal. È l’inizio di una serie Sci Fi. In un certo senso si tratta di me che cerco di creare il mio universo Marvel o DC.
Ramon Rosanas
Quale è il tuo processo creativo? Prepari degli storyboards o lavori subito sulla pagina ?
Dipende dal momento, normalmente ho la pagina chiaramente definita nella mia testa e non lavoro sugli storyboards, sebbene a volte ne ho bisogno per avere un’idea generale delle pagine precedenti e successive, in modo da non duplicare inquadrature.
Preferisci lavorare a matita o in digitale?
Matita. Non riesco ad abituarmi al digitale.
Come hai lavorato sul character design di Year Zero ?
Ho fatto un sacco di ricerche per ogni personaggio, sia al livello di ambientazione che di caratteristiche personali. La mia intenzione era di essere rispettoso con ogni cultura. Perciò ho cercato informazioni e referenze su persone e culture di ogni paese. Ho cercato con internet e con delle enciclopedie che ho a casa. Mi piace posizionare il lettore dentro lo scenario. Ho suggerito all’editor di dare ad ogni location un colore differente in modo da fornire un taglio netto a personaggi ed ambientazioni. È stato un processo estremamente divertente, sia per personaggi che per caratteristiche.
Come ti sei approcciato alle ultime pagine di ogni episodio, quelle storiche ?
Per quelle ho fatto una ricerca estensiva di informazioni, lavorando su immagini, illustrazioni ed incisioni per ogni era. Avevano bisogno di essere differenti dal resto delle pagine. È stato eccitante dare lo stile zombi ai disegni di Leonardo.
Ha avuto l’opportunità di modificare qualche dettaglio delle sceneggiature?
Si. Per ogni sceneggiatura che ricevo, modifico diverse cose. Il disegnatore è molto importante in un medium dove la prima lettura è attraverso l’immagine. Sull’aspetto visuale, deve avere l’ultima parola. Prendiamo ad esempio il cinema. Il regista deve adattare la sceneggiatura ai suoi mezzi, risorse e tempi.
In questo arco narrativo viene raccontato di come la pandemia zombi inizi, e quindi ci si trova con cadaveri freschi che vagano per le pagine. Come hai affrontato gli zombi ?
Ho lavorato in un comic book sugli zombi della Marvel, Night of the living Deadpool. In questo caso ho seguito esattamente la stessa procedura, ma in questo caso la difficoltà era rappresentata dal dover dare loro alcune caratteristiche legate alle differenti nazioni : Messico, Giappone, Afghanistan… così prima disegnavo le persone in uno stato normale e poi aggiungevo le caratteristiche zombi.
Se avessi la possibilità di disegnare un personaggio qualsiasi della produzione fumettistica mondiale, chi sceglieresti ?
Per più di un anno ho disegnato Ant Man. Amo quel personaggio e vorrei rifarlo ancora. Ma se potessi, credo che amerei davvero disegnare Dick Tracy o the Sprirt.
Quale è la tua più recente lettura ?
Sto finendo World War Z di Max Brooks
Quale è il tuo prossimo progetto ?
Sto lavorando a Star Wars, è il mio sogno dall’infanzia. Sto anche lavorando al mio progetto esclusivo su comic book. Sono molto entusiasta. Nel corso dell’anno darò più informazioni sui social media.