Questo numero crea un sacco di domande.
L’avventura in edicola tra pochissimi giorni prosegue direttamente da dove si era interrotto il precedente, il demone che cadde sulla terra. Anzi, muovendosi sul tema delle Rivelazioni (tema biblico quanto mai in armonia con l’albo in uscita), il numero 22 vede il nostro barbuto eroe quasi spettatore di quello che accade, mentre il palcoscenico è tutto per Isobel, la ragazza posseduta, o forse in questo caso si potrebbe dire in simbiosi?, di Uriel, presenza che, stando almeno all’iconografia classica, potremmo declinare tra i ‘buoni’.
Anche se la forza di Samuel Stern è nella scala di grigi senza netta dicotomia tra bianco e nero.
E bisogna dire che questa presenza angelica è in effetti molto in stile vecchio testamento, con ben poca pietas a disposizione ed uno spirito belligerante per nulla da ridere. In netta contrapposizione al suo modus operandi, la sua morale è rigida ed intollerante nei confronti dell’altra parte. Ed è proprio quello che attanaglia Samuel. Isobel uccide senza troppi ripensamenti, netta la presenza del male eliminandone anche l’ospite. E per Samuel è omicidio bello e buono.
La storia si svolge su due piani temporali, differenziati anche da una resa grafica assolutamente magnifica e di cui parleremo tra poco. La struttura prevede dei lunghi flashback in cui assistiamo al momento in cui Isobel decide di dare spazio ad Uriel. Il processo sembra differente rispetto a quello dell’altra parte. Mentre sembra che i demoni vengano in un certo modo partoriti da una spaccatura dell’anima, nel caso di Isobel una spaccatura permette a Uriel di arrivare, ma è ovviamente parte di un continuum preesistente. Al punto che nella primissima scena dell’albo, assistiamo ad un suo dialogo con niente meno che Metatron, la voce di Dio, secondo i testi più antichi (e pure Kevin Smith, eh!). Il flashback ci porta negli anni ’90, i riferimenti alla cultura pop del tempo sono chiarissimi, e seguiamo Isobel intessere una relazione tossica che la porta a sfinirsi e deprimersi, fino a dover scegliere tra un’esistenza deprimente e la via della luce.
Sarà curioso scoprire quale meccanismo porta un essere umano ad accettare un demone invece che una presenza angelica.
E su questi dubbi si assesta il periodo critico che sta vivendo Samuel. Più o meno dal Il Processo Stern abbiamo assistito le sue sicurezze vacillare portandolo ad un graduale allontanamento da Duncan. Per il corpulento prete è una questione di fede, ma Samuel ha una visione differente. Si chiede perché faccia l’esorcista e non riesce a trovare una risposta sicura. Come ogni crisi che si rispetti, ci si deve allontanare da tutti i porti sicuri per ritrovare la propria stella polare. E così nel presente Samuel parte verso una città sperduta guidato dalla connessione creatasi con Isobel nel numero precedente.
Nella penisola di Lizard sta succedendo qualcosa di grosso, sembra che un posseduto possa scatenare eventi terribili che non vado ad anticiparvi ma che vi assicuro che rappresentano un punto di svolta notevole nella trama orizzontale della serie.
Il punto chiave è proprio nella scala di grigi. La contrapposizione morale che si va a creare genera una frizione intensa che scaturisce in uno scontro. Samuel ne esce sempre più dubbioso e solo. E indubbiamente più profondamente definito ed interessante.
Le tematiche esoteriche vengono gestite sapientemente da Filadoro e Savegnago che miscelano sapientemente elementi colti con riferimenti pop spettacolari. Interessante la scelta di rendere questo numero particolarmente musicale con l’inserimento di una serie di canzoni, da Oasis a Lou Reed a Jimi Hendrix che ne impreziosiscono la narrativa. Su una linea squisitamente personale, questo meccanismo narrativo solletica una vena nostalgica visto che è dai tempi del Lazarus Ledd del compianto Ade Capone che non lo vedevo utilizzato in maniera così sapientemente integrata alla trama.
Parlando di scala di grigi, non si può non applaudire il lavoro di Stefano Manieri. Stefano ci regala dei personaggi carichi di espressività e con una profondità di campo stratosferica. Le tavole sono zeppe di dettagli che suggeriscono una profondità scenica molto ampia. La resa delle tavole, alternata tra presente e flashback si gioca tutta sulla resa dei grigi. Più cariche e nette (e suppongo, digitali?) le scene negli anni ’90 , più tratteggiate e giocate sulle sfumature quelle ambientate nel presente. Nel complesso un lavoro che ricorda da vicino tantissima Vertigo comics, anni ’90, appunto.
Prima di salutarvi vorrei potervi dire qualcosa di più sul vero aspetto di Uriel, ma sarebbe uno spoiler davvero grossolano, per cui mi limito a dirvi che sarà una sorpresa bella grossa.
E l’ennesimo punto che, in questo albo, farà aumentare le domande.
L’impressione è che Samuel sia entrato in un secondo atto e stia attraversando dei dubbi molto ampi. I ragazzi Bugs stanno facendo un lavoro eccellente nel tratteggiare questo tormento le cui conseguenze, secondo me, spingeranno in una direzione che, al momento pochi si aspettano!
State a vedere!