È un numero che celebra l’anniversario di corallo. Un punto intermedio tra l’argento e l’oro che forse rappresenterebbe un ottimo momento per dei bilanci. E forse, proponendo un sequel più o meno diretto di un episodio della seconda centinaia, una risposta effettiva poi c’è.
È anche un anniversario triste, perché segna la fine dell’era Cavenago per le copertine. Arrivano gli ottimi fratelli Cestaro, ma se fossi nella divisione libraria Bonelli, penserei subito a come editare un libro con tutte le cover e con un sacco di inserti speciali e magari pure una bella intervista al bravissimo Gigi.
E poi arriviamo alla storia. Torna la Barbato, recentemente molto attiva sul personaggio e, appunto tornano una serie di personaggi legati al numero 221, il tocco del diavolo. Come in quella storia, Dylan si trova impiegato in una missione che coinvolge due fazioni vibranti ad un livello energetico differente. Che solo per comodità chiameremmo Inferno e Paradiso. La commissione, composta da elementi di entrambe le parti, convoca Dylan per coinvolgerlo nella ricerca di un fuggitivo del Limbo, una zona di mezzo dove vengono relegati i reietti ed i ribelli.
Dylan si fa coinvolgere anche se sa che per la sua ricerca serve un angelo, un diavolo ed una strega. Componenti che lui stesso non riconosce e che la stessa congrega ammette possano essere in realtà conoscenze di una sua versione alternativa. Si tratta ovviamente dei personaggi del prequel, miei cari bibliofili incalliti. Ed infatti, per una ragione o l’altra, lo odiano.
Dylan parte alla ricerca e, proprio nella combinazione di intenti dei quattro personaggi che scopriremo il significato insito nel titolo, la variabile. Andrebbe aggiunto l’aggettivo umana, per sottolinearne l’imprevedibilità ed il grado di complessità.
La storia che Paola Barbato riesce a mettere in scena è fortemente legata alle cose scritte da Terry Pranchett e Neil Gaiman per buoni auspici. Chi legge questa pagina, sa del debito di devozione e passione che nutro per quel capolavoro di libro, per cui l mia potrebbe persino passare come ottica viziata.
Ma vi prego di guardare oltre. Il tono della storia, pur aleggiando su temi complessi come il libero arbitrio e l’essenza stessa del concetto di dannazione, il registro è nettamente più leggero e, soprattutto gli affari ultraterreni, gestiti alla stregua di questioni burocratiche residuati dalla guerra fredda, lasciano intendere molto da vicino all’universo di Good Omens.
La Barbato trova un modo assolutamente equilibrato per dosare tragedia e commedia producendo una storia che riannoda i fili lasciati liberi dalla storia precedente e che, nel mentre si occupa di arricchire gli stessi personaggi donandogli maggiore profondità. Anche a continuity Dylaniata ne esce arricchita con alcuni elementi che sembrano destinare a tornare senza neppure attendere troppo tempo.
Il tratteggio e l’inchiostratura, che contribuiscono al registro biblico della storia, sono affidati a Fabio Celoni. il suo Dylan è un personaggio fragile e allo stesso tempo complesso, capace di perdersi in un bicchiere d’acqua ma, allo stesso tempo, capace di inserirsi nel flusso cosmico che caratterizza le tematiche generali della storia. Gli sfondi che caratterizzano le tavole sono complessi e, soprattutto nella parte sudamericana, completamente lussuriosi. Non vi nego che in alcuni aspetti ricordano Totleben e Bissette dei tempi di Swamp Thing.
Quella che ci troviamo davanti è una storia dotata di spunti interessanti che però mettono in difficoltà i nuovi lettori o, quanto meno, quelli che diciotto anni fa si sono persi il primo incontro di Dylan con Ash, Dust e Leslie.
Eppure verrebbe voglia di capire cosa succederà e quali saranno gli elementi che verranno tirati in ballo dai due piani energetici nell’evolversi della situazione.
Va sottolineato che in allegato c’è una edizione a colori della prima storia di Dylan. Stesso formato quaderno del 1986 ma colorazione rivista. Qualcosa che i nuovi fan non potranno non apprezzare. Soprattutto considerando che si tratta di una delle storie più belle ed intense di sempre.