Io ho un debole per il personaggio creato da Guido Nolitta. Forse perché caratterialmente sono lontanissimo e vorrei essere proprio lui, come capace di mollare tutto ed andarmene a Manaus a fare quello che mi pare.
Ma la vita vera è una cosa, ed i sogni un’altra. Mister No ci ha abituato da decadi a trovare quel sottile percorso che attraversa entrambi. E se purtroppo è difficile vederlo in edicola con storie inedite, co sono un sacco di iniziative che portano il suo nome e che fanno venire una gran voglia di affacciarsi al suo universo. Tanto per cominciare il settimanale a colori ha avuto una vita estesa a centro numeri. Dovevano essere sessanta, e spero pure che aumentino.
E poi capita di trovare in edicola, quasi per sorpresa, questo nuovo speciale a cura di Luigi Mignacco e Roberto Diso che riprende, in un certo qual modo, il discorso iniziato pochi mesi fa con la maxi serie di quattordici numeri ed è subito come riabbracciare un vecchio numero.
La storia, ambientata a Natale in una Manaus dove nulla è quello che sembra vede Jerry Drake convocato all’albergo Amazonas. Come in molte delle sue avventure una mora avvenente lo vuole coinvolgere in una missione di ricerca. Sono tre anni che suo fratello, Daniel, è scappato da Boston. E mentre la famiglia lo dà sicuramente per morto, lei vorrebbe almeno capire che fine ha fatto.
Si tratta di una missione pericolosa e disperata da cui il nostro non riesce a sottrarsi. Per cui, pima ancora di capire come, è a bordo del suo fedele piper intento a perseguire una serie di tracce che lo porteranno in giro per tutta l’Amazzonia.
A rendere particolare questa storia è proprio il ritmo picaresco e serrato con cui le varie fasi vengono a dipanarsi. Mister No si muove per tappe, una baraccopoli per l’estrazione dell’oro, una comunità dedita alla cura dei lebbrosi, una ricca fazenda. Ad ogni passo sono sempre più vcini, e l’orizzonte temporale tra l’ultimo avvistamento di Daniel ed il loro arrivo si accorcia.
Solo che ad ogni snodo, qualcosa di differente emerge sulla natura della persona. Crudele filantropo, misantropo, traditore. Avvocato di grido, difensore dei deboli, anima persa. Come vi raccontavo, nulla è davvero come sembra e, anche quando tutto sembra essere perduto, nuovi dettagli emergono portando un curioso surrogato della speranza a galleggiare.
Sul chiudere della faccenda, comprendiamo il viaggio dell’uomo, una sorta di parabola quasi religiosa. La storia di un uomo che abbandonata una vita agiata a Boston, entra in mille esistenze tutte differenti. Lascia segni a persone che non pensava avrebbe mai conosciuto in una sorta di viaggio che, sarà una mia impressone, mi ha ricordato in maniera possente into the wilds. sia libro che film.
I disegni di Diso, ci regalano una delle interpretazioni più classiche del buon Jerry. Accaldato, sfatto, spento e smunto, ma sempre con un sorriso sornione e pronto ad alzane canizza. Il suo punto forte sono sempre le ambientazioni, desolanti o floride, ma relegate in un ambiente estinto ma mai dimenticato.
Le pagine di questo volume, ancora una volta ci lasciano con la voglia di volerne di più. E la domanda vera è proprio questa : quanti lettori servono ad un personaggio come mister No per ritornare prepotentemente con delle storie nuove ?
Certo, mi direte voi. Probabilmente un personaggio così ancora nel tempo non avrebbe ragione d’essere nell’era digitale.
Invece, no, perbacco. Quale momento dovrebbe essere migliore ?