Affrontiamo i fatti per quello che sono : siamo davanti ad una crisi mondiale, di quelle silenziose, infide. Non ci capiterà di sentire parlare di recessione, anzi, in qualsiasi settore, l’industria sembra andare molto bene. Eppure c’è un problema.
Le materie prime non si trovano. Prima i metalli, poi la plastica e adesso la carta. Provate ad entrare a comprare una PlayStation 5 qualche parte e vedete se ne trovate una prima di marzo.
È un meccanismo in realtà molto semplice, le materie prime sono molto più difficili da trovare, di conseguenza quando si trovano si comprano, anche se i prezzi sono alle stelle. Solo che se aumenta il costo di materie prime ed approvvigionamento (ed anche la logistica non è uno scherzo) , da qualche parte, se si vogliono mantenere gli stessi utili, bisogna cercare di risparmiare.
Ma in un sistema complesso come quello di una casa editrice che campa praticamente con dei contratti di edizione, non deve esserci molto spazio di movimento. I diritti dei characters Marvel e DC, per non tacere dei manga, costano. E sicuramente la Panini deve rientrare dell’investimento dei diritti DC, che non la sta ripagando con un momento di buone storie in grado di fidelizzare i nuovi lettori. Sicuramente in Panini hanno tagliato quello che potevano, dalla stampa in Cina (con tutti i problemi iniziali legati alle grafiche) alle fiere che quest’anno hanno ignorato. Però non basta.
Non basta perché il mercato di riferimento, le edicole, sono oramai in netto declino. Il solo modo che ha avuto la Panini per mantenere un posto al sole nei sempre più complessi espositori delle edicole è stato attraverso le edizioni in formato quaderno. Che sono appaganti per una fetta di lettori più tradizionali e classici. Ed infatti non è un caso che, salvo l’eccezione del Batman di Capullo e Snyder, si sia sempre trattato di storie con almeno tre lustri sulle spalle. Storie che hanno un fascino per chi, come me, le ha scoperte in età più giovane, e adesso ci si riavvicina senza spendere i capitali richiesti dalle edizioni librarie. Ho anche il sospetto che invecchiando il lettore medio prediliga il classicismo. E cosa c’è di più classico in Italia che il formato Bonellide?
Un’altra considerazione su questa linea : si tratta sempre di cicli chiusi. Un po’ come per i manga, il lettore sa già che si tratta di un investimento a tempo determinato e, in più, non necessitano di troppe informazioni per essere comprese. Non sono storie figlie della decompressione degli ultimi anni, non sono generate in un clima di reboot costante. Sono semplicemente, e linearmente, cicli di storie che andranno ad esaurirsi mantenendo nel mentre un livello di attenzione decisamente alto nel lettore.
Veniamo alle librerie, sia di varia che specializzate. Il pubblico che si avvicina ai volumi, quale è? è difficile pensare ad un pubblico di ritorno dalle sale cinematografiche. Certo, il bacino di utenza sarebbe impressionante, ma quanti sono disposti a spendere 16€ o 32€ o 50€ per un volume senza sapere neppure da dove iniziare poi? Sicuramente qualcuno c’è, ma non è su di loro che costruirei il mio business plan. Oltretutto guardiamo anche la proposta in volumi, a parte le edizioni cartonate che escono regolarmente sei mesi dopo quelle spillate (che stanno piano piano sostituendo) si tratta spesso e volentieri di edizioni con materiale ultraclassico che viene riproposto in una edizione sicuramente nobilitante, ma anche molto costosa. ve lo dice un collezionista di Omnibus, si tratta di materiale che arriva ai cuori, e ai portafogli, di una fascia di popolazione che già lavora e che si può permettere di spendere cifre elevate per un volume da collezione. Certo, a patto che non si tiri la corda.
Se guardate in giro oggi si parla di un paragone abbastanza sostanziale tra la prima e la quarta ristampa del Daredevil di Frank Miller in versione omnibus. Quindici anni tra una e l’altra e quasi venti euro in più, che significa un aumento sostanziale del 25% . Io qui ci vedo anche un altro limite da non ignorare : le saghe classiche, importanti, imprescindibile, non sono infinite, anche in una storia come quella di Marvel e DC che si avvicina prepotentemente al secolo. E se si parla di quarta ristampa per il ciclo di Miller su Devil significa che nel giro di 5-10 anni gli acquirenti di questi volumi avranno già tutto quello che gli interessa e vedo difficilmente un ricambio generazionale.
Quanti 15enni di adesso saranno interessati tra 10 anni a leggere materiale pubblicato nel 1980? Alcuni sicuramente, ma sufficienti a sostenere una casa editrice così imponente? Ho il sospetto di no. Anche perché il linguaggio nel frattempo si evolve, cose come la continuity ed un editing coerente hanno un’importanza purtroppo decrescente.
Quindi cosa rimane ?
Fatemi fare un giro all’estero prima di tornare a parlare italiano. Se seguite Marvel e DC in lingua originale, sapete già che gli spillati costano uno sproposito e che, al ritmo attuale, molte serie sono destinate, forse anche progettate, per durare come gatti in tangenziale. E gli omnibus, come tutte le altre ristampe classiche sono più sullo stesso prezzo delle edizioni italiane, anzi, non è così raro trovare omnibus a 125 $. Malgrado gli americani non debbano pagare i diritti per pubblicare quel materiale e, sicuramente, la tiratura per il mercato americano, è più ampia di quella italiana. Quindi, come campano?
Due risposte, ed entrambe non sono sicuro che mi piacciono. La prima, più semplice, il mercato dei comic books si è trasformato in un genere di lusso. Non è più una cosa per ragazzini, ma un mercato fatto per persone che guadagnano e possono permettersi il lusso e lo spazio di avere volumi pregiati in casa. Certo, se prima o poi smetteranno di essere pubblicati i comic books con nuove storie, anche per gli omnibus non ci sarà storia, oltre la quindicesima ristampa del Devil di Miller. Ammesso che, e qui si arriva alla seconda ipotesi, che non trionfi la strategia del digitale. So che molti di voi storceranno il naso. Ma ragionate su questo : con 60 $ oggi si ha accesso a Marvel Unlimited, un sistema che per meno del costo di un omnibus garantisce accesso a più di 30000 titoli. Storie classiche, digitalizzate meravigliosamente, nuove serie, anche se con un ritardo di sei mesi rispetto all’edicola e titoli creati appositamente. E se il futuro fosse questo ?
Non riesco a vederlo poi male. Da fruitore del digitale, ho smesso di comprare spillati più di dieci anni fa concentrandomi solo sulle serie che amo, ed i cicli che considero imprescindibili. Ed anche così con nuovi aumenti, non so quanto sia sostenibile una collezione ampia come la mia anche se non completista.
C’è un altro fattore da prendere in considerazione e che forse le case editrici già conoscono. Lo spazio in casa non è infinito. Io ho 80 metri quadri per la mia collezione ed una autonomia di forse 3-4 anni prima di raggiungere il pieno totale. Quanti hanno lo stesso? quanto lo spazio limitato di un moderno appartamento contribuisce al numero di futuri lettori? Abbastanza credo.
Torniamo alla Panini. Senza neppure un servizio digitale, come fa a sostenersi? Aumentando i prezzi quel tanto che serve per considerare spese coperte e lettori mancanti. Considerando che alla fine noi collezionisti siamo drogati, il numero di defezioni sarà minimo. Ricordatevi cosa è successo quando una legge ha garantito un massimo del 5% sugli sconti librari. Tutti a lamentarsi, tutti a dire mai più. Tutti ad essere là il mese seguente
C’è un altro spazio dove la Panini può prosperare e continuare a finanziare i progetti più ambiziosi : i manga. Dopo quasi tre decadi di presenza nelle edicole, per la prima volta quest’anno molti si sono accorti della loro presenza. Walter Veltroni addirittura ha scritto un articolo di costume. Con un ritardo di appunto trent’anni, magari. Ma se entrate nelle librerie di varia, non potete non notare la presenza cospicua di fumetti provenienti dal Sol Levante. Che hanno un vantaggio inusitato : anche considerando un aumento maggiore del 25% di cui parlavamo prima, si tratta sempre di volumi che costano meno di 10 euro e che in produzione, essendo in bianco e nero, sono sicuramente più economici.
In più se torniamo al discorso per i bonellidi supereroici la situazione non è troppo dissimile. Intanto ci sono molti anime che supportano i fumetti, molti più e molto più pedissequamente di quanto un film MCU possa fare. In più un manga è quasi sempre costruito su una storia che inizia e finisce. L’investimento di tempo e denaro per il lettore, anche nel caso di ricambio, è limitato e quindi invita molta più gente a dedicarvici.
Insomma il mercato di Panini sta migrando. Un pubblico più giovane, abituato ad una serialità differente. Un pubblico che gioca su ritmi e strutture completamente differenti rispetto a quello di trenta anni fa (che comunque sono due generazioni). Restiamo noi a preoccuparci dei prezzi, sconcertati ma in ogni caso dipendenti da quel mercato a cui non sappiamo dire di no.
- Titolo palesemente clickbait