Scrivere letteratura di genere non è mai facile. Certo, si potrebbe fare l’errore di considerare il tutto cibo in scatola per menti sensazionalistiche, ma sarebbe un errore fatale.
Scrivere di fantascienza, di fantascienza quella buona, significa saper costruire un mondo consistente, come erano capaci i Dan Simmons di Hyperion o i William GIbson della trilogia del ponte.
Ma tralasciando qualcosa che potrebbe essere stato pubblicato decadi fa su Interno Giallo, il volume di cui voglio parlarvi è uno dei colpacci meglio riusciti a Tunuè in finire dello scorso anno. E tra l’altro la dimostrazione che la casa editrice con gli autori di matrice spagnola ci sa fare, e anche bene.
Albert Monteys è un cartoonist di matrice comica, esperienza che traspare in maniera abbastanza caratteristica in questa prima collezione di Universo! Solo che Universo! È qualcosa di totalmente differente. Pubblicato online sul portale Panel Syndacate (trovate qui tutte le informazioni) Universo! è un’opera sci-fi come non se ne leggevano da tantissimo tempo.
La differenza sostanziale, forse, è proprio l’incapacità a prendersi completamente sul serio di Monteys, che rende perfettamente credibile quello che si sta affrontando, ma lo alleggerisce da quella ineluttabilità tipica di chi sa interpretare per bene il presente per raccontare il futuro.
La sua fantascienza è di fatto una spietata analisi della nostra società, temi come il consumismo, il liberismo sfrenato e l’ecologia, vengono affrontati senza risparmiare elementi amari, eppure il tutto viene condito con una trasposizione leggera così tanto da non spaccare le reni ai lettori motivati.
Monteys si dedica a questa serie non scegliendo un personaggio ricorrente, anzi, pur se alcune facce ricompaiono in più di un episodio, la sensazione principale è proprio quella di avere a che fare con una libera esplorazione di un mondo nuovo, dove ogni sfaccettatura vuole essere raccontata e descritta minuziosamente. La curiosità dell’autore attraversa tutti e cinque gli episodi contenuti nel volume che spaziano coraggiosamente da una spinta più marcatamente cyberpunk ad un’altra derivativamente cosmica. Il risultato è un affresco pazzesco che a tratti sfocia nello psichedelico ma che, innegabilmente, presenta tracce di realtà sufficienti da far ammiccare il lettore e renderlo partecipe che si tratta di una metafora. Si ma mica tanto per ridere.
A tutto questo va aggiunto una sapienza alle matite che rende il tratto leggermente umoristico ma allo stesso tempo capace di assecondare la sospensione dell’incredulità. E devo confessarvi che quella forse era la mia remora più forte avvicinandomi a questo volume. L’assenza di un tratto realistico, temevo, avrebbe fatto da introduzione ad un sarcasmo non richiesto che avrebbe finito con il lasciarmi l’amaro in bocca. Nulla di più sbagliato per fortuna.
Le tavole sono un piacere per gli occhi, profonde, dettagliate, strutturate per impressionare, definite per lasciare fantasticare chi le sfoglia. Tra l’altro, molto gradita la scelta del formato orizzontale a strip che si dimostra essere, ancora una volta una peculiarità ispanica (il miglior Paco Roca).
Un aspetto che non si può proprio trascurare è la definizione del color script. Vivace, intenso, con colori che non stancano l’aocchio ma che sanno catturare l’attenzione. Tutto sembra essere studiato per funzionare come un prodotto di lunga distanza e, non mi meraviglierei affatto, se di questa serie qualcuno possa prima o poi pensare di trarne una resa televisiva. Netflix ha disperatamente bisogno di una nuova risposta alla domanda universale sulla vita, l’amore e tutto il resto. Se capite dove voglio andare a parare.
In generale una lettura piacevole, riposante, condita di intelligenza e capacità narrativa fuori misura. Spiace solo che su Panel Syndacate sia comparso solo un nuovo episodio per cui, ad oggi non si immagina tanto immediato l’arrivo ad un nuovo volume. Che, va assolutamente detto, Tunuè presenta in una maniera stratosferica ed impeccabile.