Il mondo della narrativa di genere si muove a ondate. Le idee si sa, sono nell’aria. Ma per un lunghissimo periodo, ed in buona parte anche oggi, ci siamo trovati di fronte alle orde di zombi che colpivano in ogni declinazione e forma. Adesso il trend si sta lentamente invertendo e, al contrario, eccoci di fronte ad un fiume rosso sangue navigato da vampiri e nosferatu assortiti, che lentamente, stanno cominciando a ricatturare l’attenzione del pubblico.
È così che Chiara Valerio prende in considerazione proprio il buon vecchio Vlad Tepes e che dalle parti di Gotham City si affrontino clan interi di vampiri. Tralasciando il ritorno della Masquerade dopo parecchi anni sotto traccia.
Ed in casa Image arriva questa serie iper-adrenalinica a cura di un dream team d’eccezione: Scott Snyder e Tony S. Daniel ci portano in un questo universo distopico chiamato Nocterra. Da cui presto, e non è poco, Netflix trarrà una serie TV.
In Nocterra, la luce del sole scompare, sostituita da radiazioni che mutano la carne. Gli animali cambiano e poi gli esseri umani. Ma non basta, le nuove creature si accoppiano formando specie nuove. Ma quello è un orrore grafico che serve a tenere attaccati ala seggiola. L’orrore vero, psicologico, inizia molto prima. Gli infetti, quelli colpiti dalla malattia inizialmente mentono. Fingono di essere ancora genitori, parenti, congiunti. Ma in realtà sono già sorrisi di tagliola, che adulano qualcosa che agli umani è invisibile.
In questo universo si muovono Val Sundog Riggs ed Emory. Due fratelli sopravvissuti ai loro genitori, vivono in comunità protette dai raggi solari, dove la luce è un ricordo e dove gente come Sundog si guadagna da vivere trasportano merci ed esseri umani attraverso le zone d’ombra in truck corazzati e armati.
Tutto bene. O quasi. Fino a quando a Sundog non viene proposto un incarico molto pericoloso, di quelli cui sarebbe molto facile dire di no, ma per i quali il rimpianto morde le ossa. Il suo compito è quello di contrabbandare un vecchio e sua nipote fino ad un avamposto molto lontano. Là pare ci sia una tecnologia per invertire tutto il processo e ritornare ad una forma di normalità. In questo rifugio ci sono anche delle lampade solari, che potrebbero invertire il processo di infezione se preso per tempo. Ed Emory si è appena infettato quindi questo nuovo viaggio on the road assume quasi immediatamente la connotazione di viaggio contro il tempo.
Peccato che ci siano anche degli avversari. Persone con meno scrupoli e più guadagni. E soprattutto con una storia diversa da quella che hanno raccontato a lei. Per cui il conflitto si porta quasi immediatamente ad un altissimo contenuto di ottani.
La trama intessuta da Snyder si snoda su un ritmo incalzante dove i costanti flashback ci introducono ai traumi passati dai due protagonisti funzionando con precisione millimetrica. I dialoghi, sono spesso asciutti, basati su frasi ad effetto che tratteggiano alla perfezione l’atmosfera narrativa.
Le matite di Daniel sono semplicemente perfette per quello che una serie Image di nuova generazione dovrebbe essere. Anatomie perfette, sfondi incredibilmente dettagliati. Soprattutto nei vari rifugi dove il contrasto tra tenebre e luci artificiali diventa un elemento narrativo prioritario, le tavole sono impostate con chiarezza e, soprattutto con una palette grafica bilanciata e di forte impatto.
Al solito, come capita spesso in questi casi, i complimenti alla SaldaPress per aver editato un volume affascinante e molto ben curato.
Davvero un altro ottimo punto da segnare e mettere in cassa.