Mi sono avvicinato con colpevolissimo ritardo a questo volume di casa Tunuè. Colpevolissimo perché è un romanzo grafico eccitante e che, già lo scorso gennaio, alla presentazione della linea editoriale 2022 della casa editrice (ne parlo qui) avevo adocchiato.
Per cui quando me lo sono ritrovato tra le mani l’ho lasciato decantare perché sapevo che mi avrebbe affascinato.
Leila, che ha ereditato il nome da due orgogliosissimi genitori nerd, è una ragazza particolare, soffre di acromatopsia cerebrale, una malattia degenerativa che oltre ad una seccante fotofobia porta ad una assenza di visione di colori. Il suo mondo, nel giro di pochi anni è diventato insomma ha virato su scale di seppia. Con conseguenze, ovvie, su tutta la sua esistenza. Leila non ha una depressione diagnosticata, ma si sta lentamente ritirando dalla vita. Per fortuna Leila ha un circolo di amici e familiari che la tiene su per cui quando in maniera assolutamente incredibile una sera Leila vede un ragazzo totalmente arancione, non è da sola ad affrontare questo nuovo smottamento.
Tralasciamo l’aspetto medico, che è comunque parte integrante della linea narrativa e che ne compone, anzi, un aspetto chiave nel momento in cui la terapia si fonde alla psicanalisi e, senza rendercene conto, siamo immersi nel suo subconscio alla ricerca del perché di alcune forme colorate. Oliver Sacks avrebbe applaudito.
Ma non solo.
Pur essendo ambientato in un rione romano, reso meravigliosamente, per attitudine, questa storia mi ha rimandato all’opera di uno dei migliori romanzieri di fine millennio. Douglas Coupland in Microservi parla dei dipendenti di una grossa multinazionale, ma è chiaro che come im quel caso ci troviamo di fronte ad una storia di ritorno alla vita.
Sono passati due anni da quando la vita di Leila è cambiata, ed il ciclo d rifiuto ed accettazione si è ormai concluso. Quello che va fatto è riprendersi pezzo per pezzo quello che rimane a galla e vedere se si può mettere assieme qualcosa che tenga. Nel periodo che copre la storia Leila è protagonista, ma paradossalmente è la nuova rete di amicizie che si sta formando a rifletterne i problemi ed i pensieri e le paranoie.
Si tratta di una storia intimista, dal taglio delicato ed intenso che non potrà mancare nella libreria degli amanti delle slices of live.
Sabrina Gabrielli oltre che un’eccellente storyteller esordisce al fumetto con il complicato scopo di far vedere il mondo attraverso due colorazioni, quella comune, sotto gli occhi di tutti, e quella di Leila, tenue, fragile di difficile lettura a volte (evidente in questo la scena del supermercato). Il passaggio da un mondo all’altro segue le sfumature delle storie, presentandosi a volte anche nella stessa pagina. Si tratta di un modo molto efficiente di raccontare punti di vista opposti e che funziona anche esteticamente.
La regia è efficace con un character design che di rifà molto allo stile statunitense dedicato alle graphic novel. Si tratta di un volume eccezionale, perfettamente editato per Tunuè che ne produce una versione semplicemente eccellente.
Una piacevole lettura che vi terrà attaccati alle pagine e vi farà desiderare di averne ancora di più.