Questo nuovo numero del barbuto eroe di Edimburgo, vede il ritorno del dream team Bugs al gran completo. Filadoro, Fumasoli e Savegnago tornano in gran spolvero per raccontarci una storia che sposta ulteriormente l’asticella in avanti e che, senza troppo clamore lancia un indizio nell’ultima vignetta che fa davvero sperare bene.
La storia si svolge su più livelli, intersecando più trame. Samuel e Duncan aprono i giochi. Il loro rapporto è la cosa che mi ha preoccupato di più negli ultimi tempi. Una relazione così forte può solo rischiare di essere messa in crisi per poter offrire ancora di più. Si punzecchiano, si provocano, invadono le rispettive sfere di interesse in incursioni farcite del giusto livello di polemos.
In questo caso vengono coinvolti nelle vicende di una tipica famiglia per bene. Bei figli, bei lavori, tutto perfetto. Solo che poi le cose cominciano ad andare storte e nessuno capisce veramente perché. Dove potrebbe essere il punto di rottura, da dove si arriverà a Legione, stavolta?
Piccolo interludio. La storia muove anche un altro piano narrativo, più lento e morboso. Troviamo un giovane Angus questa volta. Nessuno ha notato come sia simile a Roy Thomas? Nessuno ha notato come il Derryleng sia paurosamente simile alla Shakespeare & co. , quando quel posto esisteva davvero?). Angus è intento a rilevare la libreria che diventerà il Derryleng da un certo Charlie, vecchietto arzillo con un passato misterioso. Charlie ha un fratello, Barney, che ha una bottega di giocattoli in legno. Qualcosa di particolarmente delizioso, non fosse che si cela dietro un mistero ancora più stupefacente.
Lo dico senza tema di spoiler. Niente demone del mese, questa come molte altre volte. Il dream team ha capito bene come capitalizzare sul proprio successo ed in questo momento è impegnato nel delicato compito di allargare progressivamente i confini dell’universo narrativo. Per cui compare la singolare attività di Barney.
L’aspetto più metafisico viene senza dubbio lasciato a Filadoro che ci ha già dimostrato quanto sia immenso il suo bagaglio di conoscenze esoteriche. Piccole Ombre che ci assalgono e che rendono la vita impossibile da respirare. Non necessariamente semplici sfighe, ma anche piccole catastrofi che possono condizionarci la vita. Barney le conosce, le addomestica, solo che non tutto va come dovrebbe e spesso vengono coinvolte persone che non dovrebbero. Proprio come la famiglia di cui sopra.
Non bastasse questo particolare intreccio, viene introdotta una confraternita che sembra esista su più piani della realtà. Una è la nostra Edimburgo, ma un’altra vede un tempio in mezzo al deserto. Questi uomini sono più o meno allineati dalla stessa parte di Samuel anche se non ne siamo propriamente certi. Anzi, anche un altro piccolo riferimento alla madre di Samuel, e allo stesso Barney ci viene fatto, lasciandoci intendere che tutto è estremamente connesso.
Connessioni. Già.
Fermiamoci a parlare delle tavole di Minotti. Precise, minuziosamente livellate con un rumore di fondo praticamente nullo. Dotate di un ritmo preciso e cadenzato che stabilisce i mutamenti di una storia con lenti ma meccanicamente perfetti snodi narrativi. Oltre ad avere delle somiglianze non da poco con lo stile di Mike Mignola, il suo tratto lascia spazio ad un bilancio di bianchi e neri spostato verso questi ultimi in modo da contribuire sostanzialmente all’anima del racconto. Regalandone una veste grafica semplicemente perfetta.
Connessioni dicevamo. Non voglio. No. Voglio, ma non posso. Diavolo se vorrei, farvi uno spoiler gigantesco su quello che vi aspetta sul finale. Ma vi ci lascio arrivare e spero di sentire le vostre esclamazioni di stupore risuonare tanto in alto quanto le mie, poi.