Leviathan Labs ci ha abituato a pubblicazioni marcatamente weird. Horror, fantascienza, cose strane in generale, compaiono nel catalogo presentando una proposta adrenalinica ed eccitante.
Potrei dirvi che è il paradiso delle emozioni forti.
Ma anche del coraggio e della capacità di alzare l’asticella. È così che arriva questo nuovo volume, Buddies, in contemporanea per Spagna ed Italia. Jose Luis Vidal e Francisco Asencio ci regalano una narrativa serrata, animata da un fortissimo groove funk che, non senza una certa dose di ironia, permette di giocare sui topos tipici del genere poliziottesco anni ’70 shakerato per bene a derivazioni di genere weird legate al voodoo ed alla cultura dei non morti.
Jim e Matt sono due poliziotti tutt’altro che immacolati. Certo, alla fine ne escono sempre puliti, encomiati. Ma semplicemente perché sono bravi a coprirsi le spalle e raccontarsi degli alibi impeccabili. Solo che Jim e Matt sono marci dentro e probabilmente danneggiati. Il loro passato, legato all’orrore della guerra in Vietnam, li ha marcati a vita. E adesso vivono a ridosso delle periferie non tanto perché non potrebbero aspirare di più ma perché possono invece puntare a divorare le carogne che le abitano.
Ed è così che li conosciamo. In una scena che omaggia l’episodio iniziale di Pulp Fiction, i due stanno per fare irruzione nell’appartamento di uno spacciatore con l’intento di fare una carneficina. Eliminare un cartello rivale, ma anche farsi rimanere quanto più possibile addosso.
Solo che questa volta se la vedono con degli emigrati Tahitiani che per vendetta scomodano direttamente il Loa del Baron Samedi ed un esercito di morti viventi.
Meta narrativa di genere che si contamina dando vita ad un ibrido felicemente complesso. I due poliziotti, a bordo della loro Gran Torino (altra citazione, ovvio) le proveranno tutte per uscirne integri e con la coscienza pulita.
Sul perché gli anni ’70 suscitino ancora così tanto interesse, potremmo scrivere un trattato. Anzi, probabilmente qualcuno l’ha già pure fatto. La verità è che quel tipo di narrativa di genere si applica perfettamente ad un periodo storico in cui le regole potevano essere piegate e le conferme scientifiche erano parecchio aleatorie.
L’elemento violento, anche se in buddies mitigato dall’ironia e da una smisurata passione per il citazionismo, è predominante. Il politicamente scorretto, seppur meno graffiante della materia originaria funziona come un perfetto meccanismo. Scivolare dal polizesco di genere all’horror di genere è un passaggio quasi naturale che amplifica le sensazioni potenziando la sospensione dell’incredulità.
In questo, l’elemento ironico gioca una funzione specifica. Dove la credibilità potrebbe vacillare, ed il citazionismo far sorridere, arriva il character design e la colorazione, che ci mostrano un aspetto a volte caricaturale, ma terribilmente bad ass della storia.
Jim e Matt sono due stereotipi sotto testosterone. Ma proprio per questo puzzano di dopobarba dozzinale e birra da due soldi. Funzionando alla perfezione e strappando piccoli sorrisetti sghembi.