Esce in sordina questo weird western ispirato alle storie di Joe R. Lansdale e targato Bonelli edizione cartonata. Dopo le storie di Deadwood Jack sperimentate con il formato Audace (che è comunque qualcosa che manca), arriva il reverendo Jebediah Mercer, fulminato dal Signore come fossimo in un racconto di Cormac McCarthy, ma totalmente immerso in un vecchio west che ricorda l’immaginario di Clive Barker e Stephen King.
Ad adattare la prosa di Lansdale arriva Luca Crovi, cultore del genere noir e già editor dei progetti legati al commissario Ricciardi. Crovi si mette sapientemente al servizio del materiale originale producendo il giusto adattamento separando le corpose ed evocative immagini, dal flusso di coscienza del reverendo che viene invece perfettamente trasposto come Io narrante del racconto.
Il reverendo è un personaggio maledetto ed eccentrico. Gentleman’s Hotel non è nemmeno la sua prima storia, ma rappresenta un perfetto punto di inizio per chi voglia avvicinarsi a questo cavaliere solitario. Anzi, c’è una intervista a Lansdale in fondo al volume dove vengono approfonditi maggiormente gli elementi che hanno stabilito l’ispirazione alla storia di Mercer. Una storia che imbeve le sue radici nel pulp e nel weird, passando dal romanzo gotico fino ai film della Hammer.
La bravura di Lansdale nel creare personaggi così cesellati è che brillano coerentemente di luce propria senza necessariamente apparire derivativi. Il contesto di questa storia è quello di una cittadina del vecchio west abbandonata. I fantasmi, al buio, brillano ancora di luce azzurrognola, ma il rimanente è solo polvere e ruggine. Mercer odia la polvere, gli ricorda una brutta esperienza all’inferno. Allo stesso modo la insegue, sperando di eliminare le tracce del maligno dalle strade di questo mondo.
La resa grafica di questo volume viene completamente affidata a Daniele Serra che oltreoceano è un famoso copertinista, illustratore di volumi principalmente weird. È stato lo stesso Lansdale a suggerirlo e la scelta è quanto mai azzeccata.
Il tratto di Daniele è scarno, perfettamente adatto ai volti cesellati che popolano il vecchio bordello che dà il titolo al volume. Ma la sua potenza evocativa si gioca nel contrasto nettissimo tra pieni e vuoti. Scandito da una regia lenta, che si sofferma su piccoli particolari in un modo che potrebbe quasi far percepire, nettamente, il suono delle tavole di legno scricchiolante. la scelta stilistica di rendere i fantasmi in una tinta blu elettrico è poi, semplicemente strepitosa. L’intero volume racchiude una storia che si svolge in poche ore. Mercer salva una ragazza di vita dalla diligenza. Il suo ombrello di frassino le ha permesso di sopravvivere ad un assalto che non ha lasciato nulla a respirare attorno a lei.
Ed ora il buon reverendo è apposta arrivato per trarla in salvo.
Non se ne ha mai abbastanza di storie ambientate nel vecchio e polveroso west. L’accezione sovrannaturale, intesa proprio come bestie infernali che perseguitano i poveri cristi, non è particolarmente visitata nelle nostre latitudini dove si preferisce dar spazio ad una avventura di respiro maggiormente tradizionale. Ma invece è proprio questo incrocio di stili che genera un elemento nuovo e coraggioso, che amplia ulteriormente i confini di un Texas incatenato tra spiritualità estrema e perdizione secolare.
Ottimo il lavoro svolto dalla Bonelli, in primis per realizzare un simile progetto. E poi per promuoverlo coraggiosamente fornendolo di una edizione estremamente piacevole. E curata oltre ogni dannatissimo limite.