C’è una tipologia di storia che riesce sempre a darmi sui nervi. È quel tipo di storia dove in genere uno dei personaggi principali è vittima di un evento nefasto. Qualcosa che potrebbe cambiare temporaneamente lo status quo, ma sulla breve distanza, con una aggiunta ansiogena che mi trascino fino a quando la situazione non si risolve.
Ora, ho letto abbastanza storie da capirne le meccaniche e, in genere, episodi di questo tipo tendono a riportare tutto allo status quo. Ma, che si tratti del Dottor Octopus che prende il posto di Peter Parker o, quello che succede al nostro barbuto eroe, il risultato non cambia.
Filadoro e Savegnago ci fanno precipitare, perfidamente in una situazione di questo tipo. Quasi in sordina, tanto per ricordarci, per fortuna, che oramai Samuel Stern è un personaggio solido e assestato, arriva queto terzo anniversario.
Lontano il clamore di Abisko, questo numero 36 è anche il momento per fare il punto sulla situazione e, poco da dire, il nostro non ha certo passato un anno sugli allori. Dal suo rapporto con Duncan più provato e sincero, alla sua stanchezza verso una guerra a cui non vorrebbe prendere davvero piede, Samuel è cresciuto.
E’ un ottimo momento per tirare le somme. Quello che accade è che Lily viene rapita. Lei che è così forte a non temere di allontanare il padre in modo da permettergli di affrontare il suo tormento con qualche sicurezza, finisce tra le vittime.
A Samuel non resta molto, se non seguire le tracce del suo rapitore che, no, non vi rivelerò, ma che , potreste individuare con pochi sforzi. In effetti potrei pure rivelarvelo, perché in questa storia conta molto più il viaggio che la destinazione. Quella, terribilmente, ci resta ignota.
A supporto di Samuel resta ovviamente Duncan, ma torna per l’ennesima volta anche Cranna sempre più implicato nel sovrannaturale. La storia segue un montaggio tipico di un procedurale giallo. Tra l’altro illustrata da un Catalano in forma splendente ed in grado di alternare forme grafiche differenti a seconda che il flusso narrativo sia quello principale o ci si snodi in uno dei flashback disseminati appositamente per approfondire il rapporto tra Samuel e Duncan, ma anche il passato di Cranna. È proprio in quei momenti che il tormento interiore eccede alla razionalità e noi ci troviamo proiettatti in spigolosissimi anfratti della loro meomria, quasi, collettiva.
La storia non soffre di lungaggini, al contrario, Marco e Massimiliano riescono a mettere assieme un perfetto caso di polizia fondendolo con risvolti psichedelici che non mancano di trasmettere impressioni del Samuel più esoterico mentre quello al livello della strada arranca tra rimorsi e rabbia.
La storia si chiude con una prova per il nostro che riesce a superare a fatica, ed un finale apertissimo per Lily. La sensazione è che quel qualcosa di grosso di cui si è cominciato a parlare l’anno scorso sia sempre più imminente. Che possa essere un evento capace di chiudere, e per sempre, le vicende del rosso, resettarle, o semplicemente renderle più complesse, è presto per dirlo.
La consapevolezza, e forse il maggiore punto di forza del personaggio risiede nel fatto che Samuel non sembra affatto pronto ad affrontare tutto questo.
Una cosa, va però sottolineata. Alla faccia del fumetto popolare di avventura, in soli tre anni, di eventi in grado di cambiare lo status quo del personaggio ce ne sono stati. Ed in effetti Samuel è un lavoro in divenire.
Ci vuole coraggio a non adagiarsi sugli allori ed il team Bugs sta davvero facendo di tutto per dimostrarlo. Certo, ci sono storie come quella odierna, fatte per tenermi sulle spine e che, quindi, tendenzialmente odio.
Ma le odio proprio per le ragioni emotive che scaturiscono e che, per questa esatta ragione, sono perfette così.