Dopo l’episodio a solo di Filadoro, governato da una chiara matrice esoterica (ve ne parlo qui), questo mese arriva l’episodio a solo di Fumasoli. E sapere che a breve leggeremo nuove storie dell’investigatore di Craven Road a sua firma, rende questo esperimento molto più interessante.
Gianmarco l’ha anche ammesso più volte, ‘horror che scuote le sue corde, è qualcosa di vivo e pulsante, molto simile al genere slasher. Ed in questo episodio possiamo riconoscere parte di quei meccanismi.
Nessuna maggiorata bionda in fuga tra i boschi, ma, ancora una volta, una comunità fuori dal tempo che accoglie Samuel intanto che tutti sprofondano in un orrore senza tregua. E, già, ovviamente tutto è ancora collegato ad Abisko.
Quel dittico di episodi, a più di un anno di distanza, sta ancora generando conseguenze, ed il dream team Bugs, credo, si stia divertendo e parecchio a sperimentare ed ampliare il mondo di Samuel.
Nella storia di questo mese Angus invia Duncan e Samuel in una comunità Amish in un angolo sperduto del Regno Unito dove sembra che un intero paese sia vittima di una serie di possessioni a raffica. Spiegarvene la ragione porterebbe a rovinarvi l’episodio, per cui mi limito a dire che in questo caso, ci troviamo di fronte ad una evoluzione di quello che abbiamo sempre saputo sui demoni. In fin dei conti si tratta sempre di forme di vita e come tali, seguono bisogni primari comuni a tutti i viventi. Chiaro che nel loro caso la questione prende una connotazione molto più morbosa.
Un po’ ci trovo un rimando all’invasione degli ultracorpi (proprio il racconto originale di Jack Finney), un po’, si respira la stessa atmosfera di Midsommar. La soluzione a cui arriva però Samuel è la parte che più mi lascia da pensare.
Come sappiamo da un bel pezzo i rapporti tra lui e Duncan non sono più saldi come erano al principio della storia. C’è stata la possessione di Duncan e poi alcune decisioni di Samuel, inclusa una certa apatia verso la guerra che si sta preparando da parte del rosso. Eppure le cose sembrano sempre sistemarsi. In questo episodio c’è però un aspetto non secondario che conduce ad un momento intimista tra i due. Per la prima volta è Samuel ad esternare le sue paure all’anziano amico. Non è un incontro risolutivo. Anzi, va detto che con magistrale sapienza Fumasoli taglia corto lasciando le domande aperte ed irrisolte.
E la conclusione della saga, proprio quando i due vengono separati e, alla fine si ricongiungono, ci lascia in un momento particolarmente interlocutorio. Fumasoli gestisce una storia con ritmo che solamente apparentemente è rilassato, mentre la tensione è risolta in un crescendo che dapprincipio si muove sotto traccia, ma che conduce all’epilogo forse bruciando qualche tappa. Da sottolineare una sottotraccia ironica, che impreziosisce i dialoghi nel dinamico duo.
Va tenuta d’occhio anche un scena in solitario di Angus, personaggio quanto mai misterioso, e che qui potrebbe condurre ad un vero e proprio evento tra i personaggi della Bugs.
Le matite di Miano sono molto raffinate. La resa dei personaggi, spigolosa e matura li caratterizza in maniera affascinante e con molti rimandi ad un certo horror di matrice Vertigo. Dovessi fare un nome, direi un primissimo Kevin Nowlan. Interessante anche il cambio di stile nelle fasi di flashback.
In definitività Gianmarco genera un one man show dove gli elementi più materiali di Legione trovano una connotazione, mostrando un aspetto ancora inedito dell’esperienza del nostro e aggiungendo alcuni particolari che, sono certo, torneranno a farci compagnia nel grande mosaico della trama principale.