Se pensate che possedere già tutte le copie dei vari Hulkbuster Lego usciti negli ultimi anni possa essere un deterrente per evitare di comprare anche l’ultima (enorme, mastodontica ed impensabile) versione, bè…vi sbagliate!
Con i suoi 4000 mattoncini divisi per 52 cm di altezza e 37 di larghezza, il set 76210 è uno dei Lego più grandi esistenti e mai prodotti.
Il più imponente mech Lego finora creato non è altro che la ricostruzione in mattoncini della famosa versione dell’armatura di IronMan MK44 vista per la prima volta nel 2015 durane il film “Avengers – Age of Ultron” durante lo scontro contro Hulk che appariva completamente fuori controllo perché posseduto da Wanda.
Il set presenta una minifigure di Tony Stark, 3 tomi di istruzioni ed è veramente piacevole da montare, ricco di tanti dettagli e mattoncini nuovi (alcuni addirittura fosforescenti) che arricchiscono l’Hulkbuster che una volta completato permette inoltre di inserire al suo interno l’armatura di Iron Man MK43 (il set 76206) rendendolo in questo modo molto simile a quello visto nella trasposizione cinematografica.
C’è però chi ad oggi ancora storce il naso: ad una attenta analisi infatti si può notare come il busto e gli arti fra loro siano leggermente sproporzionati, effetto che non si notava nella precedente versione uscita pochi anni fa di dimensioni notevolmente ridotte (76105). La struttura appare solida nel complesso ma migliorabile per armonia: le gambe infatti sembrano un troppo esili sotto il massiccio busto e la parte sotto le spalle andrebbe ulteriormente riempita e rinforzata.
Non vi nascondo che per me non è stato facile decidere se prenderlo: il costo non aiuta sicuramente (ben 549.00 euro) e nonostante io sia un collezionista di armature di Iron Man, a mio avviso, il passatempo sta diventando un po’ troppo oneroso per essere “solo” mattoncini. La LEGO, nonostante ad oggi si presenti come un’industria di giocattoli, ormai sforna set dai costi impensabili per essere semplici passatempi ludici per bambini. C’è davvero da soffermarsi e riflettere su quali strade stiano intraprendendo diverse case di giocattoli sparse per il mondo. Non è solo la famosa casa madre del mattoncino che produce giocattoli ormai così onerosi (vedi ad esempio i Myth Cloth della Bandai). Mi chiedo se tutto ciò può essere chiamato ancora giocattolo? Sono ancora i bambini al centro del marketing o sono gli ex bambini oggi adulti possessori di conti in banca? E’ davvero un passatempo o si sta trasformando in altro? Durerà? E per quanto? Sarà l’ennesima bolla che fra qualche anno esploderà? Ai posteri l’ardua sentenza…