Il dream team Bugs (Fumasoli, Filadoro e Savegnago) , torna a scrivere una storia intitolandola direttamente al nome di una donna. Un po’ come accadeva per Valery, il primo vero capolavoro della saga, la protagonista di questa storia è disagiata, vive ai margini, solo al lato opposto delle spettro.
Anna è una ricca manager, di quelle spietate, incapaci di ascoltare e di capire che la vita delle persone con cui gioca sono reali. E che le sue scelte non migliorano soltanto il profitto, ma condannano vite intere.
Finita in stato vegetativo a causa di un non ben dichiarato incidente, Anna si risveglia completamente cambiata, empatica ed emotiva. Ma soprattutto, Anna ha delle visioni, visioni di mostri, visioni di una possessione che, anche il nostro fa fatica ad individuare.
Perché ovviamente ci troviamo di fronte ad una realtà complessa dove il nostro, sempre più travolto da dubbi. Adesso che nei numeri precedenti la situazione con Duncan e, soprattutto con Lily, sembra essere giunta ad un punto di svolta.
Sembra chiaro che ci si possa prendere una pausa introspettiva. Ed Anna è proprio quella parentesi che può servire al nostro. A dispetto di mille altre volte infatti, Samuel riesce perfino ad avere un’avventura romantica, cosa che lo confonde ancora di più.
Perché la persona che ha davanti, non è davvero chi dice di essere. Ed è interessante come in un curioso gioco di inversioni il dream team presentari una storia che ha nell’empatia la sua architrave.
La prospettiva con cui viene presentata la storia infatti, non solo mostra un approccio differente alla famosa crepa capace di generare demoni. Ma ne mostra anche una motivazione ed una profondità estremamente umana.
Gli elementi in gioco sono tali da portare ad un finale degno di una pellicola di Shyamalan, ma posso confermarvi che ogni elemento in gioca si incastra perfettamente in una trama dal fortissimo impatto emotivo.
L’aspetto grafico è affidato a Jacopo Cigarini che offre una prova estremamente convincente gestendo un perfetto equilibrio di bianchi e neri con una regia sapiente e ombreggiata da tinte noir. In alcuni aspetti il character design è forse troppo affacciato sull’oriente dei manga, ma in questi casi si tratta squisitamente di una questione di gusti.
In generale si tratta di una storia che merita di essere assaporata e che non mancherà di stupirvi con un plot twist realizzato con un dinamismo impeccabile.