Abissi è il quarto volume e chiude il ciclo di storie legate all’universo di Simulacri. Le rivelazioni che finalmente arrivano trasportano l’intera vicenda su un piano completamente differente, lasciando prevalere l’aspetto weird.
Raccontare Simulacri è un’esperienza complessa. Ho avuto il piacere di parlarne con i deus ex machina Jacopo Camagni e Marco Bucci a più riprese (qui e qui) e concordiamo che non c’è un modo facile di catalogare il lavoro fatto su questi quattro volumi.
Di sicuro si può prendere in considerazione il genere weird, perché è qualcosa che brucia sotto pelle, e man mano che la trama si dipana, gli elementi strani, irrazionali esplodono arrivando a dare un complemento alle esplosioni emotive che bombardano il lettore.
Perché se una componente è squisitamente Altra, resta l’intreccio, personale, intenso dei protagonisti. Un gruppo di ragazzi tra i venti ed i quaranta. Ragazzi moderni anche nell’accezione anagrafica. Ma soprattutto ragazzi moderni nel modo di sperimentare l’approccio col sesso, le voglie, i desideri. Una volta tutto questo sarebbe stato racchiuso in un tabù, o in una storia più marcatamente erotica.
Ma qui siamo in contatto con una generazione nuova. Con un nuovo approccio alla vita ed una maggiore naturalezza nello sperimentare a fondo, per conoscersi e conoscere il mondo che li circonda.
La componente sociale è naturalmente presente. Funziona, senza appesantire la trama, ma contribuisce a creare una cortina densa e a volte, macabra, come da contenitore per la storia. Eros e Thanatos si mescolano alla perfezione. Per cui mentre il gruppo di amici, piange la morte di Sebastiano, la nuova arrivata, Lily intreccia nuove relazioni e diventa, quasi senza volerlo, il nuovo punto di autoanalisi del gruppo. Su come la faccenda inizi, ve ne parlo qui.
Tutti hanno un passato comune con Sebastiano. Il modo in cui questo passato impatta il presente però, è tutto da scoprire. Simulacri, uscita dopo uscita si è presa il merito di mettere sempre più a nudo, fisicamente i personaggi. Una asticella per l’etichetta Audace che ha spostato parecchio in là la sensibilità riguardo al sesso in una storia Bonelli. E menomale!
Ma Marco e Jacopo, assieme alla loro partner in crime Eleonora Caruso, sono riusciti a spingere molto oltre nella descrizione delle relazioni umane. La loro capacità di mettere a nudo le anime dei personaggi è efficace e senza pietà. Simulacri declina l’anatomia di una relazione tossica (amore, amicizia, fratellanza) legandola a doppio filo con la sperimentazione delle sette anime protagoniste. Che non a caso, alla fine di ogni volume vengono intervistate quasi come fossero attori reali, impersonanti però se stessi.
Il simulacro è una rappresentazione, una riproduzione in scala ridotta di un gioco più complesso che non è la vita in termini stretti, ma è il passaggio, quel maledetto passaggio all’età adulta che si impara con la sperimentazione e, a volte, si arresta proprio là. Lasciando quelli che restano a raccogliere i cocci.
Non si può non parlare di questa storia senza citarne la componente grafica . Jacopo ancora, assieme a Giulio Macaione e Flavia Biondi. Bravissimi in solitaria, irraggiungibili assieme. Capaci di creare uno stile grafico di impatto, dove le singole componenti, un po’ come i Simulacri della storia, sono riconoscibili ma assieme assumono un senso completamente più profondo.
Senza i colori di Stefano Martinuz, tutto risalterebbe molto meno. Le variazioni tematiche associate ai sentimenti, la passionalità e la violenza tonale, acida in certi casi per esasperare i sentimenti, basica per colmare le distanze, funziona alla perfezione.
I protagonisti di questa storia resteranno per un bel po’ nell’immaginario collettivo di chi li ha seguiti. Ed il mio suggerimento è proprio quello di approfondire la lettura ritornandoci ora che tutti e quattro i volumi sono usciti.
In attesa, a quanto pare, che arrivi la prossima serie.
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