Battaglia è un esempio lampante di Eroe Cannibale italiano. Questa nuova edizione a colori mette assieme delle storie esemplari che permettono di avere un’idea precisa del lavoro svolto da Recchioni e Leomacs.
Cominciamo dalla fine. Battaglia è un personaggio dalle mille incarnazioni e dalla molteplice storia editoriale. Sono proprio Recchioni e Leomacs a raccontare le vicissitudini in un bell’approfondimento sito alla fine del libro. Quelle pagini non sono utili soltanto per comprendere al meglio le origini di questo personaggio che, francamente sono sorprendenti. Ma riescono anche a restituire una polaroid estremamente dettagliata di quello che era l’orizzonte del fumetto made in Italy a metà degli anni ’90.
Mentre in America la Image generation spopolava facendo scalpore, in Italia le scuole del fumetto nascevano e si moltiplicavano creando un panorama variegato che avrebbe forgiato una generazione di autori.
Roberto Recchioni e Massimiliano Leonardo erano compagni di banco e, attraverso un numero di variegate esperienze, riuscirono a portare in edicola le avventure del vampiro Battaglia.
Pietro Battaglia ha una storia complessa. Come dicevo poche righe fa, è un cannibale, come cannibale era la generazione che l’ha generato. Legato alla Storia oscura del nostro paese, dalle porcate di guerra agli inghippi politici, Battaglia è un profittatore, un procuratore di morte invischiato in qualsiasi porcata la Storia italiana abbia partorito. Non fanno male, i due autori, a vederci un richiamo al Cassidy di Garth Ennis.
Le tre storie incluse in questo (primo?) volume ci riportano a tre punti distinti. Il Carso nella prima guerra mondiale, le elezioni nel sud Italia nei primo anni ’50 e la fine del Politico per eccellenza della prima politica. La selezione è stata pensata per generare una sorta di best of. Ed in questo funziona bene, proprio nella misura in cui invoglia a volerne di più.
La penna di Recchioni, a briglia sciolta, svincolata dalle maglie di una editoria mainstream emerge cattiva in una maniera primigenia. C’è il cinismo, la rabbia, la cattiveria. Tutto straordinariamente misurato e straordinariamente moderno.
Leomacs disegna a più riprese, ma già si intravede quello stile che lo porterà ad essere uno degli autori più amati in DC Comics (andatevi a rileggere Rogues). Lo studio delle anatomie, inclusa quella mostruosamente deformante dello stesso Battaglia, la regia tavola per tavola produce un effetto dinamico degno del miglio cinema pulp anni ’90.
Le tavole, per la prima volta colorate, risplendono con un equilibrio ed una cura del dettaglio da applausi.
I complimenti vanno infine anche alla edizione BD. Dalla grafica al prezzo, passando soprattutto per quel lunghissimo brano editoriale posto in conclusione che ci permette di dare un’occhiata, magari un po’ nostalgica, ad uno dei periodi più prolifici dell’Universo Fumetto italiano.
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