È recentemente uscito per Saldapress un nuovo capitolo del connubio artistico tra Ed Brubaker e Sean Phillips. Questa volta coinvolti in una storia breve che è tutto un programma : Night Fever.
Il tema principale nasce attorno ad un’idea di Brubaker : ‘cosa succederebbe se un uomo che non riesce a dormire, si infilasse in una vita che non è la sua?’ . Ed è quello che capita a Jonathan Webb, un borghese di mezza età con in passato il sogno naufragato di scrivere un libro. Invece è un agente letterario e gira per delle fiere che non sopporta davvero più, circondato da colleghi che vorrebbe vedere abbattuti e portandosi dietro uno scrittore che, è convinto, gli ha rubato la sua idea di romanzo per scrivere il suo best seller personale.
Una sera, trovandosi solo in una città straniera, decide di infilarsi in una festa in maschera dando un falso nome. Sarà la che conoscerà Rainer e la sua vita, o, almeno le sue notti, non saranno più le stesse.
Rainer lo trascinerà in una spirale di alcool, sesso, droghe, violenza gratuita e vendetta spietata che faranno emergere un lato di Jonathan che non pensava esistesse (più).
Il tema del doppio è affrontato in una buona fetta della letteratura alta. E, per quanto lo stesso Brubaker dica che la sua sia stata solo una avventura generata da un singolo pensiero, il riferimento adlregistro, quasi da romanzo classico, è impossibile non percepirlo. I riferimenti a Doppio Sogno di Arthur Schnitzler (sicuramente mediato dalla lente deformante dell’Eyes Wide Shout di Stanley Kubrick) sono troppi per essere ignorati.
Quello che accade a Webb è un gioco di specchi a più livelli. Webb è un uomo risolto che però ha dovuto sopire molte aspettative. E la sua vita, anche se confortevole non gli va più. Allora mentalmente prova a ritornare a quello che era da ragazzo, a quella assenza di freni inibitori e paura di morire che adesso non sa più riconoscere come propria. A questa doppia esistenza si aggiunge il tema della vita selvaggia di cui Rainer è custode.
L’idea stessa che esista un mondo di possibilità che nella vita di tutti i giorni non si percepiscono, è tipico degli uomini di mezza età. Ne so qualcosa, credetemi. Solo che qui è estremamente amplificato. L’Io narrante che accompagna la storia contribuisce a denotarne un registro da romanzo classico, formale eppure incontrollabile. L’escalation finale a cui arriverà Webb, riserverà più di una curva brusca.
Sean Phillips, coadiuvato da un registro cromatico a tinte violacee strepitoso (Jacob Phillips), si cimenta per la prima volta con una città europea, potendo svagarsi su una architettura per lui più familiare. Il design che attribuisce sia a Webb che a Rainer, permette di eviscerarne vizi e virtù sin dalla prima volta che li si incrocia. Webb è un uomo mite, un novello Walter White, che aspetta solo una scintilla per poter esplodere.
Graficamente le tavole sono realizzate raggiungendo un livello di dettaglio inavvicinabile. Lo stesso Brubaker si congratula per le loro dimensioni e la quantità di informazioni che contengono. la regia, soprattutto nelle scene d’azione è sincopata, mantenendo un registro da film noir, tuttavia amplificato da una gestione e controllo delle Spazio Bianco, impressionante.
È una storia inusuale, ma a un livello cui solo Brubaker ci ha saputo abituare. Saldapress confeziona un piccolo gioiellino presentando una versione cartonata elegante e definitiva.
Non fate l’errore di perdervi questa Night Fever.
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