È di poche settimane fa il ritorno nelle librerie del classico della fantascienza sudamericana, l’Eternauta. Hèctor German Oesterheld e Francisco Solano Lòpez raccontano una guerra dei mondi godibile su più livelli di lettura.
Oggi che il fumetto è stato sdoganato ai massimi livelli sappiamo che il colosso Netflix si è interessato a questa storia, pensando di svilupparla in una miniserie di sei episodi. E forse proprio a questo, dobbiamo questa nuova splendida edizione. Ma è senz’altro una splendida occasione di potersi avvicinare alla storia di Juan Salvo, alla terribile tempesta di neve che uccide nella placida calma serale di Buenos Aires. E a tutto l’orrore che ne consegue.
Piccola parentesi personale. Ho riletto l’eternauta in quei primi terribili giorni della pandemia, quando eravamo tutti chiusi in casa a guarda le notizie di un mondo sull’orlo del collasso. In quel momento, leggere delle trovate di Juan e dei suoi amici per rendere sicura la casa, mi emozionava e me li faceva sentire molto, molto, vicini.
A pensarci bene, l’Eternauta, pubblicato su Hora Cero Semanal nel 1959 è fortemente debitore di quel Io Sono leggenda (1955) che rese famoso Ian Matheson. In entrambi i casi, il modo in cui la casa viene resa sicura è un elemento portante. La stessa tuta di Juan Salvo, costruita con una muta da sub è diventata incredibilmente iconica.
La vicenda poi prende una piega completamente diversa. A pensarci bene l’elemento chiave della narrativa si assesta su un registro molto più epico. Il modo in cui Juan Salvo risolve un problema alla volta spingendosi a unirsi alla resistenza, fino a combattere l’invasione aliena nella battaglia di Buenos Aires è quasi leggendario. La sua storia si incastra a quelle degli altri sopravvissuti, raccontandone scampoli, mostrandone il pathos.
Ad analizzare bene la storia, l’eternauta racconta il timore della cortina di ferro, di una invasione silenziosa. Prima la neve , che attutisce i suoni e, immediatamente rende il panorama simile a quello della Siberia. Poi gli uomini, gli amici, trasformati in macchina da guerra. Aggressivi, dalla mente alveare. Non si può non comprendere da dove arrivi tutto quel tipo di terrore.
Del resto, rimanendo sul tema, l’invasione degli ultracorpi (soprattutto il primo spettacolare film) parlava proprio di quello.
Una seconda chiave di lettura, più terrificante, è pensare a come l’esercito prenda il controllo instaurando la legge marziale. La battaglia nello stadio è tra le più coinvolgenti. E pensare a cosa succederà ad Oesterheld qualche anno dopo vengono i brividi. Sarà fra le migliaia di desaparecidos di cui non si troverà più traccia.
I disegni di Solano Lopez accompagnano le vicende di Juan Salvo con una regia granitica. A rendere stupefacente queste tavole sono le espressioni dei personaggi, il terrore, la rabbia che traspare le rende inimitabili. Il modo in cui viene mostrata Buenos Aires invasa, ha un taglio quasi documentaristico che scandisce il ritmo in modo estremamente moderno.
Un plauso enorme va fatto alla Panini per questa edizione. La seconda in assoluto a portare in Italia le tavole dell’Eternauta con il montaggio orizzontale originale. La precedente, quella della 001 Edizioni, pur avendo un apparato redazionale più ampio e dettagliato, mostrava alcune tavole riproposte per la prima volta, ma non restaurante, evidenziando un notevole calo di qualità di tanto in tanto.
Questa nuova edizione al contrario, fa un lavoro di ristrutturazione molto più calzante, rimasterizzando tutto il materiale in modo estremamente solido e chiaro.
È una ragione in più per non perdervi l’occasione di recuperare le (prime) avventure di Juan Salvo.
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