È disponibile da pochissimo un nuovo volume della Cong Edizioni dedicato alle opere di Hugo Pratt. Paladini e Steiner utilizzano delle tavole del maestro per raccontare un’inedita versione delle avventure di Sinbad.
Prima di cominciare, una doverosa premessa. Devo molto a Marco Steiner. Anche se probabilmente non me ne sono reso conto. Se non fosse stato per lui, non mi sarei avvicinato a Corto Maltese. Sua fu infatti l’incombenza di completare la versione di Corte Sconta detta Arcana, dopo che il maestro scomparve. E nelle mie prime peregrinazioni universitarie, quello è stato il primo romanzo che ho avuto la fortuna di leggere. La mia prima storia di Corto maltese. Molte altre sarebbero arrivate poi.
Fabrizio Paladini e Marco Steiner collaborano in questa nuova avventura che vede Cong edizioni lanciatissima nel raccogliere quanto prodotto da Pratt in vita, donandogli nuova linfa.
Della mia passione per Pratt, comunque, non ve ne parlerò mai abbastanza.
La storia di Sinbad il marinaio fa parte delle novelle rielaborate ne le mille e Una notte e come tale rappresenta uno spaccato straordinario del fermento narrativo mediorientale. Pratt ne disegnò le tavole inserite in questo volume nel 1963, per le pagine del Corriere dei Piccoli.
E già pensate quanto fosse avanti quella testata per fare già negli anni sessanta un’operazione di questo genere. Ad un certo punto dobbiamo davvero aver perso la strada.
Steiner e Paladini, dopo aver lavorato in maniera analoga all’Ulisse, si concentrano su Sinbad, dando corpo alle tavole del maestro. Il Pratt che si adopera per disegnare le gesta di Sinbad è un Pratt dal tratto ancora classicheggiante. I suoi volti sono carichi di dettagli, l’espressività dei personaggi è intensa, per certi versi quasi caricaturale. Le immagini già però trasudano quella passione per l’avventura che lo accompagnerà per tutta la vita.
Non è un caso che le immagini più belle sono quelle dedicate alle navi, inquadrate di tre quarti, cariche di uomini con la febbre dell’avventura, e dirette in zone inesplorate col solo scopo di spingersi più avanti.
Paladini e Steiner raccontano la storia di Sinbad attraverso le parole di Sherazade, come fosse proprio un estratto da Le mille e Una Notte. il suo carceriere, il sovrano Shahriyar ascolta con attenzione le parole della bella Sherazade.
Queste parole riescono a quietare l’animo del sovrano e rallentano la sua cupidigia. Quello che più colpisce, è come riescano a risvegliare istinti ormai sopiti, come la sete di avventura.
Le parole della principessa, nel racconto dentro al racconto, si mostrano salvifiche. Perchè le gesta di Sinbad fanno breccia nel cuore del bruto re e questi, gradualmente, recupera il contatto con la propria anima, una volta che la si è messa in gioco.
Questa raccolta di romanzi, come l’Ulisse di mesi fa, sono degli esperimenti oltremodo piacevoli. La capacità di dare nuova energia alle tavole di Pratt, è senza euguali. E riportare in vita storie di viaggiatori, quanti punti in comune hanno Ulisse e Sinbad!, è un dono prezioso sia alle nuove generazioni di lettori, sia ai nostalgici che recupereranno questo piccolo volume cercando un bagliore dell’antico stupore provato leggendo il corriere negli anni sessanta.
Ma resteranno perché Paladini e Steiner, sono stati capaci di rivitalizzare una Storia, regalandole una chiave di lettura più moderna senza danneggiarne l’antica essenza.
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