Il nuovo episodio di Dylan Dog si presenta con la prima parte di una avventura a dir poco atipica. Lontana dagli schemi topici dell’horror dylaniato, stangata agli inferi è uno spassionato omaggio agli heist movie.
Il nuovo corso di Dylan (ve ne parlo qui) si muove su binarsi diversi dagli ultimi dieci anni e, talvolta prevedere una sperimentazione in zone ancora inesplorate, come in questa curiosa storia dell’ingegner Lanzoni.
Per chi fosse a digiuno del genere, gli heist movie sono quelle pellicole dove un gruppo di persone organizza un colpo, in genere una rapina, allo scopo di poter recuperare un ingente quantità di denaro o, qualsiasi altra cosa di imperituro valore.
Dovessi sceglierne solamente due, ed in più anche tra i moderni, giusto per fare da esempio, i fortunati sarebbero Ocean’s eleven e the Italian job. Che, a pensarci bene, sono entrambi dei remake.
In genere, in queste storie uno dei protagonisti, ha sempre un’agenda segreta, un piano dentro il piano che, per tradizione, porta tutto molto vicino ad andare a rotoli. Ed è per questo che la meccanica degli heist è molto particolare. Basterebbe un piccolo elemento fuori posto per spaccare il delicato meccanismo. Lasciando tutti con un forte senso di incompiuto in bocca.
Nel caso specifico Dylan si trova coscritto in una scalcagnata banda di truffatori che vorrebbero accedere ad un caveau segreto dell’inferno, in modo da poter tornare indietro con un non troppo metafisico tesoro. Attenzione, tenete ben presente il discorso del meccanismo a orologeria. Perché mentre tutti stanno guardando da una parte, la cosa si dovrebbe svolgere in una direzione opposta.
Ora, non si può giudicare una storia basata sulla suspense confrontandosi solo con la prima parte, perché, anche se il ritmo è già indicato, potrebbero esserci dei colpi di scena dietro l’angolo che ancora non possiamo considerare. Per cui non ci resta che attendere i prossimi trenta giorni vedendo se tutto funzionerà come da manuale.
Nel mentre però , non si può non considerare lo strepitoso lavoro fatto da Giancarlo Alessandrini alle matite. Alessandrini è ormai un decano della Bonelli. E, sebbene la maggior parte delle sue tavole abbiano accompagnato la vita del detective dell’impossibile (o BVZM, per chi non lo sapesse!) , qualche volta si è già cimentato con il buon Dylan.
Con gli anni Alessandrini ha raggiunto una notevole capacità di sintesi, portando a gestire le sue tavole con una eleganza impareggiabile. La cosa che più colpisce è come il tratto classico, raggiunto un certo livello di sintesi, si sia spinto addirittura oltre, regalando ad una regia impeccabile anche un certo gusto sfacciatamente moderno.
Una storia disegnata interamente da lui, di per sé, è già un ottimo acquisto. Trovarsi al cospetto con una leggenda vivente è sempre un valido motivo per affrontare una nuova lettura. E questa stangata per l’inferno si presenta decisamente impareggiabile dal punto di tratto e regia.
Per tutto il resto aspetteremo un mese per capire come si evolverà la vicenda del nostro heist dylaniato.
segui The Flywas Show su Facebook, Instagram, YouTube, Twitch e Threads