Dopo il dittico di storie che hanno fatto da commiato a Massimiliano Filadoro, il nuovo ciclo di Samuel prende forma, e si comincia con una storia a solo di Gianmarco Fumasoli che vede Samuel essere, appunto, sconosciuto.
La saga dell’Apocalisse è stata estremamente complessa e decisamente coraggiosa. Anche da un punto di vista editoriale, portare le avventure dell’esorcista ad un punto così estremo comporta la possibilità di evolversi senza tornare più indietro.
Che, se consideriamo quanto invece la staticità sia un elemento chiave nel formato classico dell’avventura all’italiana, è davvero una mossa inaspettata. Ciò che consegue è che, superato il giro di boa, si aprano altrettante storie entusiasmanti capaci di generare materiale per nuovi cicli.
La ripartenza di Samuel Stern con questo nuovo albo è graduale, molto soft nei ritmi anche se il tema è drammaticissimo. Presosi alcuni mesi di pausa per rimarginare le ferite, fisiche e psichiche, Samuel torna nella sua Edimburgo con il look leggermente cambiato (ha i capelli più lunghi). La prima tappa è tra le macerie del Derryleng, dove l’assenza di Angus è assordante.
Ancora peggio, nessuno si ricorda di lui. Né Duncan né Penny. Proprio mentre la disperazione sembra avere la meglio interviene Singularity. Gillian non ha memoria di Samuel, ma sa che c’è stata una apocalisse interrotta, e grazie ad i mezzi dell’Agenzia riesce ad individuarne l’epicentro nel Derryleng e Samuel.
Samuel vuole solo provare ad accedere nuovamente a Legione sperando di trovarvi Angus ma, una volta là scopre di essere diventato un portale per i demoni che vogliono tornare sulla terra.
Come presupposto per un nuovo arco narrativo non è affatto male e quello che si percepisce è un vero cambi di marcia. Mentre la narrazione ai tempi del vecchio dream team Bugs virava spesso sull’esoterico, analizzando molto l’ontologia del male, nelle storie di Gianmarco, Samuel torna ad essere un uomo d’azione più fisico e repsonsivo.
Gli effetti dell’apocalisse non sono ancora chiari, ma senza ombra di dubbio ci troviamo di fronte ad un personaggio, ed un mondo, che, almeno per un po’ risulterò diverso rispetto al punto di partenza originale.
Una menzione deve essere fatta per le tavole di Antonello Catalano, che non vedevamo dal numero 46 (ve ne parlo qui). Il suo tratto estremamente dettagliato ben si accorda al tono drammatico della faccenda.
Il suo lavoro sulle espressioni facciali è terribilmente profondo, caricando di dettagli ogni singolo elemento della tavola. Soprattutto con la nuova fluente capigliatura Samuel Stern mostra maggiore pathos e le espressioni del volto necessitano di maggiore dettaglio.
Infine vorrei spendere due parole sul nuovo formato. Sebbene fossi inizialmente perplesso, e anche dispiaciuto che fosse necessaria una simile misura, devo invece constatare che sta giovando alle avventure di Samuel donandogli maggiore sintesi e riflettendo perfettamente il passaggio ad un registro più da azione.
Dove tutto questo porterà, dobbiamo solo aspettare e vedere.
segui The Flywas Show su Facebook, Instagram, YouTube, Twitch e Threads