Il nuovo numero del barbuto Samuel Stern ci riporta ad una sorta di normalità dopo la fine del ciclo dell’Apocalisse. Il problema, è che, non si finisce mai e, anzi, quando si crede di aver finito, che ne compare ancora uno!
Sono passati quattro mesi dal fine del ciclo dell’Apocalisse (ovviamente ve ne parlo qui). Le trasformazioni all’interno della continuity sono state parecchie e probabilmente durature (una su tutte, la scomparsa di Angus e delle introduzioni dal Derryleng). Ma con questo numero si ritorna a pieno servizio.
Ad aprire le danze è Andrea Guglielmino che, se non sbaglio, è al suo terzo numero. Dopo aver firmato le storie relative al Girone, qui deve introdurre il nuovo a quello che probabilmente sarà parte integrante del nuovo ciclo di storie.
Legione è scomparso, viva Legione. Tutto quello che poteva riassumersi in, il mondo dei demoni, è adesso in mezzo agli umani senza che questi possano veramente distinguere gli uni dagli altri – lo stesso dicasi per il nostro Samuel.
Che qui viene convocato dal suo vecchio alleato Cranna, il cinico detective che, però, sembra nascondere qualcosa di grosso. A detta del poliziotto un uomo, recentemente arrestato, avrebbe ucciso la moglie sotto l’effetto di una possessione. Siccome però non è in grado più di parlare, la sola soluzione è quella di far infiltrare Samuel nel carcere dove è detenuto per tentare l’esorcismo.
È una mia idiosincrasia, dai tempi de le ali della Libertà, le storie ambientate nelle carceri, nutrono sempre un certo fascino. Sarà quel vivere una vita all’infuori di un canonico binario, sarà il senso di costrizione di ambienti asfittici e atipici. Per cui Samuel Stern, che si è dato una raccorciata ai capelli, ma che nutre sempre gli stessi colossali sensi di colpa verso la figlia, viene introdotto nel carcere con o scopo di espugnare la prigione dentro la testa dell’assassino.
E qui sorgono le mie due considerazioni principali. La prima di carattere tecnico-spaziale. Per una storia così, con tutte le apocalissi, pardon, le rivelazioni presenti, servivano più di sessantaquattro pagine. Ne abbiamo già parlato, probabilmente la scelta fatta dalla Bugs oltre che ponderata è pure sensata. E probabilmente inserire una terza storia in due parti di fila non era l’idea migliore.
Ma avrei letto volentieri più pagine dedicate a Samuel dietro le sbarre. Ci si sarebbe potuti sbizzarrire con i parallelismi tra le prigioni mentali e quelle in mattoni concreti. Ed anche la storia del nostro Cranna e di Robert Frost ne avrebbe probabilmente beneficiato.
La seconda considerazione è quella relativa a Cranna e a questa nuova linea narrativa. Potrei intravedere almeno tre o quattro strade in qui tutto questo si dirimerà, e tutto sono cariche di potenziale, ma, più di ogni altra cosa, sono curioso di capire come si evolverà il ruolo di Samuel all’interno della serie ora che determinati elementi sono stati esaminati e che si è passati oltre.
Non voglio svelarvi troppo sul colpo di scena finale, ma una cosa sostanziale va sottolineata, il cambiamento di status ha avuto effetto anche su Samuel e non solo sul suo mondo. La storia non si conclude con l’esorcista vincitore ma, anzi, lascia una notevole dose di fiele in bocca.
Un plauso speciale va alla sceneggiatura di Andrea Guglielmino che segue in alcune sequenze, ritmi cinematografici che dilatano i tempi poggiando la luce giusta su alcuni dialoghi.
Cosa succederà insomma a Samuel Stern? Ritornerà ad essere un ‘semplice’ esorcista? Davvero faccio molta fatica a crederlo.
E anzi, spererei che il nuovo corso porti in tutt’altra, diversissima, direzione.
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