Ed eccoci al secondo appuntamento con l’analisi ragionata della saga fumettistica the Walking Dead. La possibilità di andare più a fondo nella questione ci viene offerta dall’edizione quaderno made in SaldaPress della ristampa a colori Image.
Anche in questo numero il buon Robert Kirkman, si dilunga per una buona mezza dozzina di pagine cercando di raccontarci un po’ di retroscena e materiale dietro le quinte. C’è da dire che, proprio perché il primo arco narrativo aveva tutte le carte in regola per rimanere una semplice miniserie , Kirkman infuse tutto se stesso dentro la sceneggiatura deviando in maniera minimale da quello che era il canovaccio. In sostanza le due sceneggiature sono praticamente uguali alla versione poi stampata. Ciò non toglie che qualche piccola nota a margine c’è, eccome.
Se vi ricordate dal numero precedente, con un colpo di fortuna incredibile, il nostro Rick Grimes fa la conoscenza con Glenn nelle strade di Atlanta e, subito dopo, tornano al campo dove si sono rifugiati, Lori e Carl e, naturalmente Shane. Adesso, sarà la natura guardinga, ma resta difficile, non dubitare di Shane sin dal primo momento in cui lo vediamo comparire e, del resto, cosa abbastanza curiosa, Kirkman ci butta subito in quella direzione nel momento in cui Dale, la primissima volta che rivolge la parola a Rick, lo mette subito in guardia.
Proviamo a guardarla da un altro punto di vista : il gruppo di sopravvissuti ha conosciuto subito Shane e Lori e, anche se sono stati attentissimi, è difficile credere che in un campo così piccolo, le voci non abbiamo cominciato a circolare. Kirkman si preoccupa di sottolineare che Lori non ha fatto altro che parlare di Rick, però credo che nel campo, nel momento stesso in cui è comparso, tutti debbano aver pensato, to’, ecco il cornuto.
In effetti le cose succedono un po’ in fretta e, come vedremo, anche Shane impiegherà davvero poco a perdere la calma. Facciamo qualche altra considerazione sugli abitanti del campo. Non c’è un Daryl Dixon come nella serie TV. E del resto nella serie TV verrebbe subito da chiedersi come mai Daryl e Shane non facciano a testate immediatamente. Kirkman nomina un personaggio nelle note, Shallow Leebound, che ammette di non ricordare come avrebbe potuto inserirlo (si tratta solo di un nome scritto in fondo al quarto plot).
Interessante anche la comparsa di Sophie e di sua mamma Carol. Nella serie TV, il personaggio di Carol è tra i più longevi, consacrazione dell’eterna vittima che finalmente si emancipa. La piccola Sophie farà una tra le fini più strazianti di tutta la seconda stagione (il mid-season finale se non ricordo male). Nella serie a fumetti è Sophie ad essere destinata ad una serie di scelte e snodi narrativi importantissimi.
Sempre nell’episodio numero 3 c’è uno scambio di battute tra Donna e Lori di cui Kirkman sembra imbarazzato. In un momento dove il politicamente corretto domina ogni aspetto della vita pubblica e privata anche con qualche eccesso, Robert Kirkman, ci tiene a raccontare che aveva soltanto 24 anni quando mandò gli uomini a caccia e le donne a lavare i panni.
Donna si chiede, saggiamente, se finita l’apocalisse, avrebbero ancora consentito alle donne di votare. Lori risponde che in quel momento si tratta di lasciar fare a tutti quello in cui sono più capaci. Non necessariamente una posizione non condivisibile.
Nella stessa conversazione viene menzionato Jeff, il fratello di Rick, credo per l’unica volta. Jeff sarà poi protagonista dell’unico spin-off di the Walking Dead finora pubblicato.
Sempre nella stessa storia (quante piccole cose succedono!), Lori restituisce la fede a Rick e poi guardando la sua mano destra, fasciata, gli chiede cosa sia successo alla mano. Lui sminuisce, parlando della flebo. Ma sapendo che il governatore è letteralmente dietro l’angolo, non posso non pensarlo come un vero e proprio presagio degli oscuri giorni che toccheranno ai Grimes (in inglese questa mi sarebbe venuta pure meglio!) .
L’episodio quattro è molto più dinamico, ma succedono anche qui un po’ di cose. Rick e Shane lottano per la leadership. Shane mostra una attitudine più, repubblicana forse, dicendo di avere fede in qualche tipo di governo che arriverà a liberare le città. Ma diciamocela, se avessi fatto il diavolo a quattro per mantenere tutto in ordine nel mezzo dell’apocalisse, pure a me roderebbe non poco che l’ultimo arrivato possa venire a fare il capo.
Eppure Rick ha un’idea su cui si baserà tutto il concetto della sua scuola di sopravvivenza : tutti devono imparare a difendersi, tutti devono portare armi. E, Proprio con questo criterio che decide di ripartire alla volta di Atlanta assieme a Glenn con lo scopo di recuperare più armi possibile. Qui Kirkman utilizza uno stratagemma che nelle note definisce il suo unico contributo al canone degli zombi. Aggiunge anche che non pensa possa funzionare davvero, ma gli piace davvero.
In pratica, ricoprendosi dello stesso odore degli zombi e cercando di dare nell’occhio il meno possibile, gli uomini possono aggirarsi in mezzo alle orde cercando di recuperare quello che gli interessa. Io sono convinto che potrebbe funzionare come una sorta di mimetismo legato all’istinto degli animali-zombi, quindi tutto va bene. Insomma perché poi comincia a piovere.
Rick e Glenn si fanno una bella corsa tra le strade di Atlanta, tra l’altro inquadrando quel famigerato carro armato che compre nella prima stagione della serie TV : perdonatemi, ma non si può procedere troppo senza fare paragoni tra le due versioni. Almeno con il senno di poi.
Ma c’è una cosa che non funziona davvero : la città è troppo deserta. Non di zombi, ma di automobili e barricate. Sembra che il problema del traffico sia stato risolto prima di quello che l’apocalisse. Ed è dannatamente comodo : altrimenti Rick e Glenn non avrebbero avuto uno straccio di possibilità di correre e dribblare tutti quei non morti portandosi dietro un carrello della spesa carico di shotgun.
Ultima cosa per questa settimana : le ultime cinque pagine sono dedicate ad un reprint in bianco e nero del format che venne proposto in prima battuta alla Image. Rick e Lori in casa sentono la notizia dell’apocalisse quando vengono interrotti da un non morto che bussa alla porta. Sembra che all’epoca venne tutto cassato come banale e stereotipata. Kirkman seppe rivedersi e correggere il tiro.
E noi tutti non possiamo fare altro che tirare un sospiro di sollievo.
Autori | Robert Kirkman, Tony Moore, Dave McCaig |
Editore | Saldapress (Image) |
Pagine | 56 |
Prezzo | 4,90 € |