Raccontare il festival di fantascienza per eccellenza in poche parole è dannatamente complicato. Ci vorrebbe un iper testo corredato da molteplici rimandi. Perché se c’è una cosa che questi ultimi due anni ci hanno insegnato, è proprio ad aspettarci l’inaspettato e che il futuro, non solo quello positivista di un mondo connesso a portato di smartphone, è già qui e noi siamo solo in attesa di coglierlo.
Detto questo, il festival rappresenta la certezza di poter assistere alle proiezioni future (e questa è già avanguardia), ma mai come in questo caso è stato un modo per celebrare le origini della nostra tribù, quei momenti che ci hanno racchiuso e definito.
E mi piacerebbe partire da questo esatto punto. Dal celebrare pellicole che hanno segnato il nostro passato. Partendo dalla nuova proiezione di THX 1138, pellicola seminale di George Lucas, fino a un Lupo Mannaro americano a Londra di George Landis e 1997 – Fuga da New York, di John Carpenter. Ah, il mitico Snake Pliskenn! Non finisce qui. Un altro cavaliere emerito del genere è stato premiato alla carriera. Abel Ferrara ha ricevuto il suo premio asteroide. Sua è anche la pellicola Zeros and Ones che segna anche il ritorno di Ethan Hawke. Si tocca il tema del lockdown, e non è certo una cosa che si possa evitare. il mondo è cambiato, ed il fantastico in ogni sua declinazione deve farci i conti.
Ce la fa benissimo la resa cinematografica della graphic novel di Gipi , la terra dei figli, uscita appena qualche anno fa. Claudio Cupellini battezza lo Spazio Italia con una pellicola che sin dalle timbriche fredde gela il cuore e ci prepara all’inverno. Una pellicola che ho apprezzato, se non altro, per la capacità di aggregare due temi a cui sono particolarmente affezionato (la conquista di Marte e la chiave di lettura in salsa western) è l’esordiente Settlers di Wyatt Rockfeller. Iuli Gerbase tocca in maniera delicatissima il tema del lockdown e lo fa in modo quasi profetico, dato che la sceneggiatura è stata scritta nel 2017. I rapporti interpersonali, tessuti, connessi, scomposti corrispondono ad un patchwork emozionale fortemente empatico per chi segue la vicenda dei due amanti chiusi in casa di Pink Cloud.
Abbandonando le tematiche più caldamente sci-fi, va assolutamente sottolineato l’orrore gotico surrealista di Vampir di Branko Tomovic strutturato su tinte rarefatte, costruisce delicatamente un’atmosfera che immancabilmente si tramuta nella materia stessa degli incubi.
Un piccolo gioiellino che ho apprezzato e amato sin dalla fotografia ci riporta allo spazio Italia. Un corto realizzato con l’amore artigianale di un cinema che omaggia i grandi canoni. Dorothy non deve morire, ipotetico sequel del mago di Oz vede Milena Vukotic diretta da Andrea Simonetti che ha il dono di una sensibilità eterea. Molto spassoso, e perfetto per l’area educational, me, a monster? Corto spagnolo di Belinda Bonan, omaggio alla magia Pixar con un aroma squisitamente europeo.
Per chi ha avuto la fortuna di assistere al festival in loco, sa che anche i palati letterari non sono stati delusi. A presentare il suo romanzo d’esordio 2119 – la disfatta dei Sapiens c’era l’autrice e comica Sabina Guzzanti.
In giro per la città, in diverse aree adibite erano poi presente tutte una serie di mostre ed installazioni atte a portare l’aspetto più grafico e visionario a disposizione di tutti.
In generale il Trieste Science+Fiction festival è sempre un’ottima occasione per avere un’idea di quello che questo mondo ha da offrire. La considerazione più curiosa, in questo caso, è che forse l’effetto pandemico si è percepito in maniera molto più netta rispetto all’anno passato. Basta considerare le pellicole prodotte in questi ultimi due anni rispetto a quelle presenti ma antecedenti per rendersene conto.
Il festival è un’occasione che dura tutto l’anno (io aspetto ancora che qualcuno compri SF 8 , serie meravigliosa vista l’anno scorso, ne scrivo qui). Se volete avere un’idea del livello di contenuti che sono disponibili fate un salto a tutti i documentari ed interventi presenti qui.
E la prossima volta, fatevi un favore, presenti o in streaming, andate a vedere la bora innovativa che soffia a Trieste.