I nodi vengono al pettine in questo episodio. Samael è la prima parte della saga lunga un anno del nostro barbuto eroe che, nelle intenzioni del dream team Bugs, dovrebbe cambiare le cose per sempre.
E a giudicare da questo primo episodio, viene davvero da credergli. Per la prima volta in maniera così estesa, i nervi saldi di Samuel vacillano e, come previsto, il terreno frana alle sue spalle lasciandolo scoperto proprio dove credeva di essere sicuro.
Angus, Duncan, Penny trovano modi differenti di abbandonare il nostro a se stesso. E la sua leggendaria resilienza, viene meno.
Tutto inizia con una fotografia che fa la sua ricomparsa al Derryleng. Non voglio darvi troppe anticipazioni, ma di fatto alcuni nodi del passato di Samuel si connettono in un modo totalmente inaspettato. E Angus, che sin dal principio anticipa alcuni passi, mostra i suoi veri colori. Samuel scivola in una profonda crisi, forse leggermente troppo meccanica, quando si rende conto che non tutto quello che credeva di sapere è vero e che qualcosa di molto più ampio trama alle sue spalle da molto, molto tempo.
La paranoia prende il sopravvento e Samuel fatica davvero a controllare i sentimenti. La sola cosa che sente di dover fare è seguire le tracce di Cornelius un padre gesuita presente nella foto e di cui, perfino Duncan conosce la fama.
Già, Duncan. Ne abbiamo parlato più volte nelle recensioni degli episodi precedenti. Ma quello che prima sembrava appena accennato, questa volta emerge con prepotenza. Duncan stesso afferma che l’amicizia tra lui e Samuel è appesa al filo. E sebbene sia difficile da credere, visto il suo desiderio di seguirlo in questa avventura, non si può non pensare che il peggio debba ancora venire.
A questo punto bisogna elogiare il tratto dettagliato e nettissimo di Antonello Catalano che anima i passaggi di questa storia con un tono drammatico ed una resa delle anatomie adulte e formate. Il suo è un tratto che fa incontrare a metà strada Magnus e Bryan Talbot. Uno storytelling pulito ed una regia in pieno controllo contribuiscono a caricare di ethos questo primo capitolo della saga.
Filadoro, Savegnago e Fumasoli tracciano una storia emotivamente trascinante e coinvolgente che trova il suo fulcro nell’equilibrio tra la tensione iniziale e la seconda parte dell’albo che prende un registro marcatamente più investigativo.
Bisognerebbe recensire la saga tutta assieme prima di poter fare un bilancio finale, ma i presupposti sono davvero molto buoni.
A questo punto mi permetto di dare un piccolo consiglio al team bugs. Data la complessità della saga ed i numerosi rimandi agli episodi precedenti, è davvero arrivato il momento, come paventato in passato, di inserire un piccolo riassunto annotato in terza di copertina. In modo tale da poter godere, pienamente, di tutti gli elementi presenti nella narrazione.