Sono da sempre legato al concetto di Jurassic Park. Lo so, amici scienziati, non statemi a spiegare che quasi tutto quello che viene raccontato nei libri di Michael Crichton prima e nei film da Spielberg in poi è irrealizzabile. Non me ne frega nulla, è un sogno in cui potersi immergere ad occhi aperti. Ed è proprio con questa attitudine che mi ero avvicinato al rilancio della saga con il brand Jurassic World. Certo alcune cose andavano perfezionate e non so se sia vero che fosse studiato per interessare specificatamente certe fasce di pubblico ad un determinato minutaggio in base al tipo di animale che compariva.
Tutte leggende metropolitane per puntare i riflettori sul blockbuster Giurassico.
In attesa del nuovo film, dal 18 settembre su Netflix è intanto arrivata la prima stagione del cartone in CGI di Jurassic World : Camp Creataceous. Otto episodio di venti minuti ciascuno ambientati in contemporanea con il primo reboot e con margine narrativo a sufficienza per alimentare almeno cinque altre stagioni.
Basato sulla scelta narrativa di mettere assieme un gruppo eterogeneo di sei adolescenti, assistiamo alla comparsa delle tipologie giovanili tra le più classiche (il bulletto, il fifone) e tra le più al passo con i tempi (l’influencer, l’asociale) assieme ad una mascotte sauride, un piccolo di anchilosauro di nome Bumpy. Lo stile grafico ricorda da vicino Star Wars Rebels, con una cura del dettaglio essenziale, ma precisa e soprattutto funzionale. Applauso a scena aperta per il design di alcuni rettili.
Malgrado un’introduzione semplicistica del primo episodio, è abbastanza chiaro che le sorprese sono letteralmente dietro l’angolo. Lo show runner, Zack Stentz, già al lavoro su Maverick e la serie di Flash, non lesina colpi di scena. E man mano che tutti i personaggi escono dalla loro comfort zone per amalgamarsi, il livello di tensione sale. Gli ultimi quattro episodi sono un crescendo continuo. In maniera del tutto simile alla versione cinematografica, quando il sistema impazzisce ed il parco deve essere evacuato, i ragazzi dovranno fare di tutto per sopravvivere al pericolo, lasciati senza adulti e con continuo emergere di nuove tensioni.
Non mancherà nessuno dei dinosauri da copione. Dai miei amati triceratopi, ai raptor. Persino il temibile Indomitus Rex farà la sua comparsata, lasciando però abbastanza in fretta, il posto al vero avversario del gruppo : un carnotauro che darà loro la caccia a più riprese.
Sebbene il registro possa essere inizialmente considerato per un pubblico più giovane, i colpi di scena non mancano e vi posso confermare che la voglia di guardare cosa succede dopo non finisce proprio mai. Anzi, a dirvela tutta questa stagione fa intrinsecamente da apri pista ad un più ampio arco narrativo che lascia intendere che i colpi di scena si andranno ad annidare laddove lo spazio tra i due film è inedito e come si suole dire Hic Sunt Dinosaurus.
E del resto bastano le prime note del tema di John Williams, per tornare a fantasticare.