Gli appuntamenti con gli albi speciali della serie Tex Willer sono sempre una piccola sorpresa. In questo ottavo appuntamento, la Stella D’argento è quella di Kit Carson, il pignolo pard di Tex Willer.
Personalmente trovo questi appuntamenti sempre molto stimolanti (vi parlo qui del primo a cui sono davvero legato) e con gli anni, l’estro filologico di Boselli è andato crescendo di pari passo alla sua creatività, andando ad ispezionare angoli ancora inesplorati della leggenda vivente del fumetto italiano.
Il gioco dietro a Tex Willer è, passatemi il paragone, quello dell’esperimento dei Classic X-Men, ossia raccontare ed approfondire laddove la testata originale ha lasciato non detto. E detto tra parentesi, sono molto curioso di capire cosa succederà ora che il nuovo canone ha raggiunto il precedente. Personalmente mi piaceva il Tex fuorilegge, vedremo come divergerà dal tutore della legge granitico della serie regolare.
Proprio per festeggiare l’avvicinamenti al cambio di rotta, Giorgio Giusfredi, da anni braccio destro di Boselli sia su Tex che su Dampyr, ci racconta qualcosa del passato di Kit Carson.
Carson, che fondamentalmente diverge da tutte le altre spalle più o meno comiche dei personaggi di casa Bonelli, ha un solo difetto caratteristico. È di sicuro badass come il suo partner, quello che ce lo rende simpatico, è l’essere più vecchio, meno avvezzo al comando e dotato di qualche acciacco in più.
Ma in questa storia, lo ritroviamo molto più giovane. E di sicuro più avvezzo alle romanticherie del texano tutto d’un pezzo.
Legati a doppio filo in questa faccenda ci sono il capo indiano Cuore Splendente e sua figlia, ed Eve Shepard e suo padre Texas Ranger. Carson è preso nel mezzo, in una vicenda che lo vede anagraficamente prossimo a Tex. Sui rapporti di rispetto per Cuore Splendente e devozione (e mi spingerei fin quasi ad affetto) con Eve Shepard si incastra tutta la vicenda. Vicenda inclusa nel continuum delle guerre con i Comanche.
Carson è un avventuriero forse meno letale di Tex, ma il suo cuore sembra marciare il doppio. Le sue piccole imprecisioni ed idiosincrasie sono quelle che gli permettono di mostrarsi molto più umano. Se la funzione della spalla è quella, per il lettore, di potersi identificare, non vi è dubbio alcuno che con Kit Carson tutto questo è possibile.
Giorgio Giusfredi intesse una trama ricca di colpi di scena e flashback, dove l’elemento ricorrente della storia, una lampada cinese, permette di migrare su più piani temporali mantenendo un singolo filo conduttore.
Pasquale del vecchio disegna delle tavole cariche di dettagli lussureggianti e con una attenzione particolare ai dettagli del volto umano. Basta guardare il volto del ranger Shepard. Sarebbe un perfetto Gary Oldman non avesse gli occhi troppo vicini.
Non solo, nelle numerose scene d’azione, la regia è pulita e impostata su un registro classico, ottimale per una serie come Tex Willer.
In conclusione si tratta di una bella storia, che rinnova il mito dell’eroe solitario, affibbiandogli la giusta dose di sfortune e rivalse. Una piacevolissima paura estiva, ideale per gustarsi le vicende di un personaggio di cui non si sa decisamente abbastanza.
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