Da qualche settimana, e ancora per qualche mese, la mia città ospiterà una mostra molto particolare, dedicata alle fonti di Hugo Pratt, ma non solo, ci permetterà di dare uno sguardo alla sua biblioteca geografica.
Adoro il lavoro di Pratt (ve ne parlo qui), non credo sia un segreto. Proprio perché lo adoro tanto, cerco di centellinare le sue letture, tanto per essere sicuro che non finiranno mai (o tanto presto). Ma allo stesso tempo, ho sete di conoscenza, vorrei sapere tutto su di lui, e anche di più.
È per questo che non vedo l’ora di poter passare un pomeriggio a largo Argentina dove fino al 20 dicembre ci sarà una mostra dedicata ai suoi orizzonti geografici con in più l’esposizione di una quarantina di tavole originali.
Ho avuto la fortuna di poter sfogliare a disposizione il catalogo della mostra, dove, assieme a tutte le illustrazioni, riprodotte meravigliosamente, trovano spazio una serie di interventi di scrittori, estimatori, dello stesso Pratt, che permettono di raccontare al meglio il suo viaggio di autore e di uomo, attraverso una serie di tappe suddivise per continente.
Le curatrici, Patrizia Zanotti e Nadège Vaïnas, hanno fatto un lavoro eccezionale nel saper collettare le fonti e raccogliere gli interventi.
Sarebbe bello potervi trasmettere razionalmente, e con semplici descrizioni, la bellezza di questo evento. Ma non riuscirei a comunicarvi l’intensità di quelle tavole, l’emozione che si prova ad aver un acquerello originale di Pratt davanti.
Mi è capitato solo una volta, ed è stata una vera e propria sindrome di Stendhal.
Scindere Pratt dalle sue opere è praticamente impossibile. E, se avrete la possibilità di visitare questa mostra, proverete la stessa sensazione. Pratt, come Hemingway amava viaggiare. Tra le varie tavole scoprirete che intraprese un viaggio in Patagonia mentre era al lavoro sulla storia argentina di Corto perché doveva confrontare le sue informazioni con quelle che aveva raccolto Chatwin nel suo libro.
Tante, oltre le illustrazioni, le fotografie che lo ritraggono intento in chissà quale viaggio. Eppure la più bella è una, sul finire del catalogo. Pratt in penombra nel suo studio, ordinato eppure carico di libri e lavori in corso.
Uno spazio ampio è dedicato alla sua biografia, da italiano girovago.
Un momento interessante, quello che stacca dalle peregrinazioni di Corto per concentrarsi su una delle più famose e popolari riviste a fumetti italiane. Il Corriere dei Piccoli, dove vide la luce la sua serie di illustrazioni (di recente ripresentate da Cong edizioni) dedicate all’Europeissima Odissea.
Chiude il tutto, una meravigliosa mappa del mondo dove vengono elencati tutti gli itinerari percorsi da Corto Maltese, nei volumi di Pratt ma non solo, poiché Corto ormai è patrimonio culturale di tutto il mondo. E allora trovano spazio anche i volumi sudamericani di Canales e Pellejero e quelli francesi di Vivès e Quenehen.
Non perdete l’occasione, se vi trovate a Roma, di passare alla fondazione Besso, in pieno centro. Viaggerete nello spazio e del tempo senza allontanarvi dai fori della vecchia Roma. E ho il sospetto che ad un certo cittadino di Malomocco, questa cosa non sarebbe dispiaciuta affatto.
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